Volge al termine lo Zevi Show, festival ormai noto dell’omonimo quartiere della zona orientale di Salerno
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Tra i protagonisti di questi ultimi giorni, gli Utungo Tabasamo, in lingua Swahili “sorriso ritmico”, un gruppo di giovani percussionisti salernitani, uniti ancor prima che della musica, dall’amicizia.
È proprio da quest’ultima che i giovani amici e artisti hanno deciso di dar vita a OBAX, dalla penna di André Neves, che racconta la difficile scalata di una bambina “nera” all’integrazione nel suo stesso villaggio, perché “sognava” troppo. E se sognare costava tanto per la piccola “perla nera”, il prezzo da sempre è salatissimo anche per gli innumerevoli immigrati che scappano dalla loro Africa natale per seguire il loro.
Ma ci sarà qualcuno a tendergli la mano stavolta. I quattro, Chiara Granato, Alessio Coppola, Serafina Perrotta e Igino Vicinanza, hanno fatto sì che dieci ragazzi, sbarcati nel salernitano solamente due mesi indietro, ospiti presso il centro accoglienza CCM di Sarno, si sentissero da subito come a casa loro, coinvolgendoli in uno show interamente dedicato alla loro terra con musica, danza e colori.
A prenderne parte inoltre troviamo anche i bambini dei laboratori “diPop”, a cura di Simona Totaro e “Artelier” a sua volta a cura di Mariarosa Veglia, dell’associazione L’AES – L’arte è Salute.
Tra gli applausi e lo stupore del pubblico dell’arena, Il messaggio finale degli “Utungo Tabasamu” è stato: “Speriamo che la nostra presenza qui sul palco vi trasmetta la speranza di credere sempre, anche contro tutti, credere in voi stessi, nei propri obbiettivi, come Obax, nei propri sogni. Noi crediamo, nonostante tutto, che il mondo possa cambiare, chiudete gli occhi e sognate”.
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