ZETA, cortometraggio che sarà presentato al Giffoni Film Festival, ci parla della vita di Emma e di quella che, nei tempi attuali, è vista come una presunta “diversità”
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LAAV, Officina Teatrale Associazione Culturale, ha creato il cortometraggio ZETA che ci parla di Emma, una ragazza di 16 anni che si sente “discriminata”.
L’unica diversità di Emma è quella di vivere in una famiglia totalmente normale, cosa che, al giorno d’oggi, è vista come una vera e propria “diversità”.
Emma è, dunque, come la ZETA che dà il titolo al corto.
Emma farà di tutto per sentirsi “normale”. Per riuscirci arriverà a pensare le cose più assurde, per fortuna senza realizzarle. E se la risposta al suo dilemma non fosse la diversità, ma semplicemente l’essere “speciali”, diversi dalla massa?
In ZETA troviamo tutto un mondo all’insegna dei rovesciamenti dei luoghi comuni che affollano la mente, si ribaltano i ruoli, si mette sottosopra la “normalità” classicamente intesa.
Il corto, ideato per il Giffoni Film Festival, si propone un obiettivo di tipo didascalico, un insegnamento da trasmettere ai giovani per cui è stato pensato e che saranno i principali spettatori dell’opera.
Con i Malatja come special guest, Emma, interpretata da Marta Pepe, ci conduce al nucleo centrale di Zeta: “La diversità ci rende unici; è un pregio, non un difetto”.
Paradossalmente la diversità di cui si parla nel corto, è la più ordinaria delle normalità, ma, probabilmente, la forza di ZETA e del suo messaggio risiede proprio in questo paradosso.
ZETA, oltre a essere proiettato al Giffoni Film Festival, è in concorso anche al myGiffoni, nella categoria 14-20 anni. Clicca QUI per visionare i corti in concorso e per votare.
Alla realizzazione di ZETA hanno contribuito: Massimiliano Troiano come tecnico audio; Francesco Paglioli come direttore della fotografia; Simone Varano per il montaggio e la regia; Carla Paglioli per la sceneggiatura.
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