Una sentenza emessa nella giornata di ieri, dal gup del Tribunale di Salerno, condanna a cinque anni di reclusione Roman Vollaro, il ventenne che accoltellò un coetaneo nei pressi dello stabilimento balneare il “Risorgimento” di Vietri sul Mare.
«Non ci siamo mai frequentati, io ho sempre pensato a lavorare e a costruirmi un futuro, lui ha già un curriculum criminale alle spalle, con la sua ragazza ci ho parlato una volta due mesi fa, poi più nulla, questo comportamento è incomprensibile». Queste le parole pronunciate all’epoca dei fatti (giugno 2013), da Antonio Salsano, il 19enne di Marina di Vietri, accoltellato dal suo coetaneo Ramon Vollaro.
Il tentato omicidio avvenne nella calda domenica del 2 giugno 2013, nei pressi di una Marina di Vietri calma e tranquilla. Una banale lite, probabilmente scaturita da motivi passionali, vide il coinvolgimento del bagnino Antonio Salsano ed un giovane del posto. Così una discussione nata per futili ragioni si traformò in un atto drammatico quando si vide spuntare un coltello. L’aggressore, 20enne, colpì con ben tre coltellate all’addome il bagnino, per poi fuggire, lasciando la vittima in gravi condizioni. Immediato l’intervento delle forze dell’ordine locali assieme al 118, che hanno prontamente soccorso il giovane, accasciato in strada, trasportandolo al vicino Ospedale di Cava dei Tirreni, dove è stato ricoverato nel reparto di rianimazione. Nonostante le ferite multiple all’addome, i medici non hanno riscontrato il danneggiamento di nessun organo vitale e dopo svariati mesi di riabilitazione ora Antonio è completamente guarito, ma quella ferita all’anima, quella, non guarirà mai!
Antonio ha più volte raccontato la sua versione dei fatti : «Io stavo lavorando al bar e ad un tratto lui richiama la mia attenzione, chiedendomi di uscire fuori perché doveva riferirmi una cosa». Poi continua: «Io non riuscivo a capire cosa potesse volere da me, non siamo mai stati amici, né ci salutavamo per strada, ma sono uscito fuori incuriosito. Una volta fuori, insisteva affinché io salissi in auto con lui, ma mi sono rifiutato perché stavo lavorando, anche se lui continuava a dirmi che doveva parlarmi. Ad un tratto mi si è avvicinato e ha esclamato che questo era quello che doveva dirmi e ha cominciato a menare fendenti, ho cercato di scansarmi più volte, ho anche tirato un pugno, ma lui mi ha colpito e sputato e io mi sono accasciato».
Finalmente dopo mesi di attesa una prima sentenza è stata emessa dal Tribunale di Salerno, condannando l’imputato a cinque anni di reclusione per il tentato omicidio di un coetaneo, per futili motivi. Un duro colpo per Ramon Vollaro, per il quale il pubblico ministero Guglielmotti aveva chiesto due anni di reclusione e la riqualificazione del reato in lesioni gravi: le due consulenze, sia dell’accusa sia della difesa rappresentata dall’avvocato Matteo Cardamone, avevano escluso che i colpi inferti ad Antonio Salsano (che si è costituito parte civile attraverso l’avvocato Danilo Laurino) ne avrebbero cagionato la morte. Di quì, la richiesta del pm di una condanna per l’imputato a due anni di reclusione solo per lesioni aggravate. Ma il giudice dell’udienza preliminare Zambrano ha condannato il giovane a cinque anni di carcere non ritenendo di modificare l’ipotesi accusatoria che è rimasta di tentato omicidio.
Mentre la giustizia continua a fare il suo corso, l’intera cittadinanza di Vietri è ancora coinvolta e sconvolta da tale vicenda e ci si domanda come e cosa abbia spinto ad un gesto così estremo un giovane ragazzo che sembra non aver più niente da perdere ma che infondo non ha ancora avuto modo di cogliere la preziosità della vita.