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Vicende giudiziarie. Pepe: “Infiltrazioni malavitose al Comune? Un abuso”

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Vicende giudiziarie. Pepe: “Infiltrazioni malavitose al Comune? Un abuso”

Dopo le dichiarazione della deputata Cinque Stelle, Giulia Sarti, arriva una nuova smentita del sindaco di Benevento che, stamani, ha indetto una conferenza stampa sulle vicende giudiziarie del Comune

Benevento soffoca sotto una cappa di aria malsana. Una storia vecchia quella che riguarda la città sannita, da anni al centro di numerose  vicende giudiziarie al vaglio della magistratura. Ultimo tassello dell’intricato puzzle giudiziario è l’inchiesta “Mani sulla città” che, scattata all’alba dell’8 gennaio 2013, mise sotto assedio i vertici di Palazzo Mosti, tra cui il primo cittadino, Fausto Pepe. I reati contestati andavano dal peculato, alla corruzione, dalla concussione elettorale alla truffa. In quell’occasione in manette finirono oltre sessanta persone.

Un passato torbido quello vantato dalla città sannita e che, alimentato da una fitta rete di complicità, ha spinto il Movimento Cinque Stelle a presentare nei giorni scorsi un’interrogazione parlamentare sullo scioglimento, per infiltrazioni malavitose, del Comune beneventano.

Vicende giudiziarieDura la reazione di Pepe, che stamani ha indetto una conferenza stampa sul complesso mosaico giudiziario, che coinvolge ogni aspetto della vita imprenditoriale e politica della città. “Questo incontro serve a fare chiarezza sulle vicende giudiziarie che riguardano Benevento in modo da spazzare via le tante distorsioni politiche che sono state fatte negli ultimi tempi”, ha esordito il sindaco, che con tono concitato ha, poi, fatto riferimento alle dichiarazioni rilasciate il 16 aprile scorso a “Otto e Mezzo” su La7 dalla parlamentare pentastellata Giulia Sarti.

Nel corso della trasmissione condotta da Lilli Gruber, la Sarti aveva menzionato i colloqui intercettati nel carcere di Salerno-Fuorni tra Arturo Sparandeo, figlio del capo clan, e la fidanzata. Come scrive il gip di Napoli, Pietro Carola, durante la conversazione, che risale all’ottobre del 2011, e dunque poco dopo le elezioni amministrative, il rampollo della famiglia Sparandeo istruisce l’interlocutore sul “Modo per fare soldi”, tenendo sotto scacco anche i vertici di Palazzo Mosti. Sparandeo parla di vari esponenti politici, e in particolare dell’ex assessore all’Opere Pubbliche, Aldo Damiano, che avrebbe versato nelle casse della cosca malavitosa 150 mila euro all’anno. Presente nelle intercettazioni anche il riferimento a Rosario Guerra, fratello di Elisa madre di Arturo, nominato nel 2011 assessore alla Mobilità e poi sollevato dal suo incarico nell’aprile 2013.

“Una gravissima accusa senza alcun fondamento che sottolinea non solo l’impreparazione sul tema della deputata in questione evidentemente disinformata dai suoi referenti locali”, ha dichiarato il primo cittadino che, dopo aver sollecitato, con scarsi risultati, la deputata a smentire quanto dichiarato, ha deciso di sporgere querela, anche a tutela dell’immagine della città.

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“La verità dei fatti è che nell’ambito dell’indagine della DDA che ha portato all’arresto di affiliati al clan Sparandeo, ancora in corso, sono stato sentito tre volte come persona informata sui fatti e mi sono state richieste informazioni e documenti, che ho puntualmente fornito assieme a documenti e informazioni che non mi erano state nemmeno richieste e che pure ho fornito – puntualizza Pepe -. Damiano è stato assessore alle Opere pubbliche tra il 2008 e il 2010 e le intercettazioni sono del 2011. Evidentemente a queste dichiarazioni non vi sono stati riscontri, altrimenti la storia sarebbe stata diversa. Lo stesso detenuto ammette che i membri della famiglia non avevano votato per lo zio Rosario Guerra, ma il capo clan aveva dato consenso elettorale a un medico della lista Pdl. Quindi, da quelle intercettazioni non emerge affatto un aiuto del clan alle liste del centro sinistra, tutt’altro. Dalle intercettazioni, infatti, emerge un sostegno elettorale al centro destra e lo stesso detenuto ricorda ai familiari che grazie a quei voti avrebbe preteso incarichi da parte di un direttore generale di un servizio sanitario, non dal sindaco”.

Fausto Pepe, al cospetto degli organi di stampa, ha poi tracciato un’ampia panoramica delle vicende giudiziarie vantate dalla città che gli antichi romani, ironia della sorte, chiamavamo Maleventum.

Innanzitutto, l’inchiesta “Mani sulla città”. “A questo proposito – ha chiosato Pepe – ho ricevuto una richiesta di rinvio a giudizio, che deve ancora essere discussa davanti al Gup, per le seguenti ipotesi di reato: truffa per gli atti di contabilità del Parco Cellarulo, falso, corruzione per la presunta pulizia di una grondaia-tombino di casa il cui costo, tra l’altro, ammonterebbe a circa 80 euro, e  concussione elettorale nei confronti di una cooperativa”.

Pepe, nel corso della conferenza stampa, ha poi ricordato altre vicende giudiziarie che pure hanno interessato il Comune di Benevento, ma nelle quali ammette di non essere stato mai coinvolto oppure prosciolto. Dalle indagini sulle sub-aree all’inchiesta Zamparini, dall’indagine relativa ai concorsi interni al processo che riguardava l’edificio Passarelli, situato sul viale degli Atlantici e che ha visto condannati il costruttore, il dirigente all’Urbanistica della precedente amministrazione D’Alessandro e un geometra comunale. “Anche il processo riguardante Quattro Notti , tuttora in corso, non mi vede imputato al pari di quello relativo al concorso per amministrativi all’Amts, che tra l’altro fu da me annullato tra non poche polemiche”.

Il sindaco ha, infine, ricordato gli interessi nel Sannio della famiglia Cosentino, e in particolare le pressioni sul progetto di finanza di piazza Risorgimento. “Ho impedito l’installazione dei photored caldeggiata dall’ex comandate della Polizia Municipale Delvino, da me revocato. Non ho accettato le pressature per l’installazione dei parcometri da parte di quelle stesse ditte interessate ai photored e al progetto di finanza di piazza Risorgimento. Ho impedito una speculazione edilizia in contrada Acquafredda. Questi i fatti – ha concluso Pepe – che mi auguro spazzino definitivamente via le distorsioni politiche create ad arte nell’ultimo periodo”.

Vi proponiamo di seguito il video della puntata di “Otto e Mezzo”. Al minuto 6,00 la Sarti parla del Comune di Benevento.