Pisciotta è un affascinante comune arroccato su una collina di quasi 300 metri sul mare. Le bellezze naturali, il clima, l’olio e le alici rappresentano la sua grande ricchezza
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Pisciotta si potrebbe dire che è il paese rappresentativo del Cilento. Vuoi per il clima, per le bellezze naturali, vuoi per la prelibata gastronomia. Riassume anche quella tipica caratteristica cilentana di avere due agglomerati di un solo comune, ben distinti: uno a monte ed uno a mare. Rispettivamente il comune e la frazione. Difatti Pisciotta ha il borgo arroccato su di un colle e un villaggio, Marina di Pisciotta (frazione), costruito sulla costa. Così nel parco del Cilento spesso vi imbatterete nel comune capoluogo, spesso sconosciuto ai più, e la marina molto più famosa. Troverete Castellabate, comune a monte, e Santa Maria di Castellabate, frazione sulla costa. Vale lo stesso per Montecorice ed Agnone, Pollica ed Acciaroli, Ascea e la Marina, Centola e Palinuro, Camerota e la Marina.
Ma torniamo alla nostra Pisciotta. Addentrandosi nel paese si capisce subito che si è conservato immutato. La struttura urbanistica tipicamente medioevale infatti è inalterata. Il castello nel punto più alto, con tutto intorno le case, addossate le une alle altre. Le sue origini risalgono all’anno 900, in seguito alle scorribande dei turchi di Agropoli sulle coste dell’attuale Policastro. Alcuni abitanti dell’antica Pixus (Policastro appunto) si rifugiarono in questo territorio e fondarono Pixoctum da cui Pisciotta. Da vedere
È curioso come Pisciotta, agli inizi del ‘700 era il paese più popolato del Cilento. Grazie ad una economia ben sviluppata, dovuta in gran parte alle secolari piante di ulivo. Infatti qui (e soltanto qui) si coltiva una varietà molto vigorosa e dalla folta chioma. Oltre all’alta resistenza alla siccità, ha la caratteristica di essere molto longeva. Il frutto è appunto l’oliva pisciottana che ha una forma allungata, leggermente asimmetrica ed è di piccola dimensione. Da non perdere le olive schiacciate di Pisciotta. Prodotte impiegando calce, cenere, sale, alloro, peperoncino ed altri aromi e dopo averle denocciolate e schiacciate collocandole in recipienti di coccio.
Ancora altra particolarità, nonché presidio sloow food, sono “le alici di Menaica”.
Menaica è il nome della rete con la quale si catturano le alici. Un’antichissima tecnica di pesca sviluppatasi in tutto il mar mediterraneo al tempo degli antichi greci. Oggi soppiantata ormai dai nuovi e moderni metodi di pesca. Ma è sopravvissuta a Marina di Pisciotta grazie ad una manciata di pescatori. Le alici di Menaica si pescano nelle giornate di mare calmo, da marzo ad agosto. La particolarità della rete è che seleziona le alici in base alla dimensione, catturando le più grandi e lasciando passare le piccole. Inoltre la rete permette il veloce dissanguamento dell’alice. All’assaggio si distinguerà per la carne chiara che tende al rosa e per il profumo intenso e delicato, che la rende assolutamente unica.
Ungaretti, nel suo viaggio in Campania scriveva: “Pisciotta si svolge in tre fasce su una parete: la più alta è il vecchio paese, di case gravi e brune e a grandi arcate; in mezzo, sono ulivi sparsi come pecore a frotte; la terza, a livello dell’acqua, la formano case nuove e leggere, i cui muri sembrano torniti dall’aria in peristili.”
Buon Viaggio.
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