A ZONzo fa tappa in Polonia, in una delle capitali più belle dell’Europa dell’Est: Varsavia, la città dai mille colori
Varsavia è la decima meta di A ZONzo, la rubrica settimanale di ZerOttoNove, che dopo avervi portato in lungo e largo a Zaanse Schans, uno dei villaggi più celebri di mulini a vento nei dintorni di Amsterdam, è in visita nella terra natia di Chopin.
Non appena arrivati in aeroporto, decidiamo di prendere un taxi (è uno dei mezzi più convenienti da utilizzare) per raggiungere la parte della città vecchia, detta Stare Miasto, che corrisponde al primo nucleo urbano (del XIII secolo) di Varsavia. L’impatto è straordinario: rimaniamo affascinati dalle mille sfumature della città, mentre passeggiamo notiamo rimanendone straordinariamente colpiti della sua gran voglia di evolversi, di andare avanti, nonostante le sue iniziali difficoltà che la storia ci ricorda.
Come sappiamo, Varsavia è una delle città simbolo per eccellenza per la sua grandissima voglia di rinascita. Questo perché durante la Seconda Guerra Mondiale fu completamente rasa al suolo. Nel corso degli ultimi cinquant’anni, sono stati ricostruiti gran parte dei monumenti, si è cercato però di far prevalere le linee date originariamente dall’architettura del realismo socialista. Non a caso, uno dei simboli della città è proprio il Palazzo della Cultura e della Scienza che si pone come uno degli esempi della cultura socialista polacca.
È importante ricordare quanto nel processo di ricostruzione, l’arte italiana sia stata di grandissimo aiuto: è proprio grazie al pittore veneziano Bernardo Bellotto, nipote del Canaletto, che si dà merito di ciò che Varsavia è oggi. Le vedute realizzate a Varsavia dall’artista furono prese come modello per la ricostruzione della città dopo la guerra.
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Del tutto imperdibile è la pittoresca e colorata Piazza degli Artisti, caratterizzata da vicoli e stradine uniche nel loro genere, su cui si affacciano anche vari palazzi in stile neoclassico e barocco. A sud della città è collocata la Piazza del Castello, dove vi è il Castello Reale (originariamente del XIV secolo, ma ricostruito a fine ‘900) e la “Colonna di Sigismondo” divenuta uno dei simboli più importanti della città. Non tutti sanno che, fu proprio il re Sigismondo III Vasa a volere Varsavia, nel 1611, capitale della Polonia.
Partendo da questa piazza, ci dirigiamo verso la “Strada Reale” che ci porta direttamente alla residenza reale di Wilanòw. Prima di arrivare però, veniamo allietati dalla bellezza delle strade che percorriamo: prestigiosi edifici nobiliari, viali di alberi e negozietti di ogni tipo da ambo le parti.
All’esterno del Palazzo di Wilanòw si fa notare il primo parco pubblico aperto anche ai cittadini: il “Giardino Sassone”, con le sue 21 statue rappresentanti muse e virtù, un orologio e una meravigliosa fontana realizzata sull’esempio del tempio di Vesta di Tivoli. All’entrata del parco vi è poi, il “Monumento al milite ignoto” dove a ogni ora, è possibile assistere allo spettacolare cambio della guardia.
Bellissimo è anche il “Parco di Lazienki”, realizzato nel XVIII secolo per conto del re Stanislao, dove adulti e bambini trascorrono gran parte del loro tempo libero.
A questa meravigliosa città è da attribuire il talentuoso “bambino prodigio”: Fryderyk Chopin definito “il poeta del pianoforte”. Chopin nacque a Zelazowa, una piccola cittadina a pochi km dalla capitale, ma sarà proprio a Varsavia dove il giovane musicista sviluppò la sua straordinaria dote nella musica e ne conseguì gran parte della sua formazione.
La città è estremamente riconoscente nei confronti di Chopin e non a caso, infatti, la più grande collezione al mondo dedicata al celebre compositore è situata proprio a Varsavia ed è allestita all’interno del castello barocco Ostrogski: si tratta di un museo interamente dedicato all’artista.
Il museo è stato realizzato a metà del 1900 e ha l’obiettivo di raccogliere e organizzare più di 7 mila pezzi tra cui fotografie, manoscritti, lettere private e tanto altro ancora del compositore. Dal 1999 tutto il materiale raccolto ed esposto all’interno del museo è entrato a far parte del Patrimonio dell’UNESCO.
Ogni visitatore ha la possibilità di esplorare ben 15 stanze suddivise in 4 piani di esposizioni e scegliere in totale autonomia un percorso del tutto personale. Il museo è organizzato in modo che a ogni piano si possa ascoltare i capolavori del maestro. Una delle stanze più capienti del museo è quella dedicata al suo periodo parigino, dove il compositore trascorse gli ultimi venti anni della sua vita.
C’è poi da dire che il cuore del compositore è conservato in un’urna situata nel secondo pilastro del lato sinistro della Chiesa di Santa Croce, posta in uno dei sobborghi della città. Si tratta di una piccola chiesetta (riedificata alla fine del 1600, subito dopo l’invasione russa) di tipo barocco, caratterizzata da linee semplici ed essenziali che, oltre a ospitare questa reliquia, conserva le ceneri dello scrittore Wladyslaw Reymont.
A Chopin è dedicato anche l’aeroporto (considerato il più grande di tutta la Polonia), un grandissimo numero di monumenti presenti all’interno della città e vie in vari distretti. Vi è poi un teatro di grande fama, dove è possibile ascoltare unicamente le sue composizioni.
Proseguendo per i vicoli del centro storico, ci ritroviamo nel quartiere di Praga: uno dei più noti della città. È la parte più antica di Varsavia e sorge sulla sponda destra del fiume Vistola. È particolarmente celebre in quanto risulta l’unico quartiere riuscito a sopravvivere ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Percorrendo le vie parallele del quartiere, ci soffermiamo nelle mille botteghe di artisti presenti ai lati delle strade. Varsavia ha davvero tanto da raccontare, ne siam rimasti entusiasti e piacevolmente colpiti.
Per oggi, il nostro viaggio termina qui e con Varsavia nel cuore, vi diamo appuntamento alla prossima settimana per un’altra meravigliosa tappa.
A presto!