A ZONzo questa settimana vi porta alla scoperta di uno dei luoghi più preziosi del sud Italia: la Valle d’Itria, famosa per la grande presenza di Trulli
[ads2] Dopo la scorsa tappa di A ZONzo nell’affascinante città cilentana di Camerota (per consultare l’articolo clicca qui), questo venerdì la rubrica vi guiderà in un tour tra i più bei luoghi della Puglia. La Valle d’Itria assume questo nome molto probabilmente per la presenza nella zona del culto della Madonna Odegitria, della quale fu ritrovata in una grotta un’antica raffigurazione. La Valle si estende in quella parte dell’altopiano della Murgia che prende il nome di Murgia dei Trulli, proprio per la grande presenza della caratteristica costruzione dal tetto a cono. L’itinerario proposto da A ZONzo partirà da una città ai confini della Valle, Cisternino, per entrarne al suo interno con le tappe di Locorotondo e Martina Franca.
Cisternino, che si potrebbe definire la “città bianca” (nomignolo che invece caratterizza la vicina Ostuni), è un borgo che sorge su uno dei picchi più elevati delle Murge. Per la sua particolare posizione essa domina la Valle d’Itria costituendo una balconata con i suoi vari punti di belvedere dai quali poter ammirare la distesa di trulli e vegetazione da cui è composta la Valle. Uno dei punti di osservazione privilegiati è la Villa Comunale, dalla quale nei giorni di minore foschia si può anche raggiungere con lo sguardo le città di Locorotondo e Martina Franca. È possibile entrare nel cuore di Cisternino attraverso delle antiche porte come la Porta Grande (situata a ovest) e la Porta Piccola (a est).
Il borgo è caratterizzato da piccole stradine lastricate ed edifici di calce bianca, con balconi fioriti e un’atmosfera quasi da fiaba. Il centro storico si sviluppa a partire dal IX-X secolo testimoniato dalla recente scoperta di una Chiesa primitiva al di sotto della Chiesa madre di Cisternino, databile intono all’anno 1000. Alla dominazione normanna risale la Torre Grande, simbolo del potere civile, di fronte alla quale sorge nel XIII secolo la Chiesa madre dedicata a S. Nicola di Patara. La chiesa custodisce una serie di testimonianze di rilevante valore storico-artistico come le colonne con capitelli di spoglio, provenienti da strutture romane e due dipinti nell’abside attribuiti alla scuola di Luca Giordano. Girando per il borgo di tanto in tanto si scorgono intime piazze, come Piazza Vittorio Emanuele II caratterizzata dalla Torre dell’Orologio, quasi un salotto del paese dove si svolgono incontri musicali, feste cittadine e dove si possono degustare le tipicità del luogo. Uno dei prodotti tipici di Cisternino è la bombetta, un piatto a base di fettine di vitello semplici o ripiene di caciocavallo, arrotolate e infilzate allo spiedo. Le bombette si possono mangiare in locali attrezzati da macellerie di giorno e che di sera si trasformano in trattorie con posti a sedere di fortuna, ricavati a fatica negli stretti vicoli, un’esperienza tipica da provare.
Proseguendo il nostro itinerario, da Cisternino risulta molto semplice raggiungere le altre cittadine della Valle d’Itria. Locorotondo si trova a 9 km circa da Cisternino seguendo la Strada Provinciale 134. Il nome di Locorotondo risale dall’antica denominazione Loci Rotundi, molto probabilmente riferita alla forma rotondeggiante dell’insediamento urbano, ancora oggi intatto. Questo borgo presenta molte costruzioni tipiche caratterizzate da case basse a tetti spioventi, conservate intatte per un lungo tratto in via Nardelli. Attraversando vicoletti e stradine appartate con balconi fioriti si arriva alla chiesa principale del centro intitolata a S. Giorgio Martire, costruita tra il 1790 e il 1825. La maestosa facciata è in stile neoclassico e presenta al suo culmine un timpano decorato con la raffigurazione di S. Giorgio nell’atto di sconfiggere il drago.
L’interno della chiesa presenta elementi tipicamente barocchi come gli altari in marmi policromi, mentre un elemento proveniente probabilmente da una precedente chiesa cinquecentesca sono le testate istoriate dei pilastri della cappella del Sacramento, datati al XIV secolo e di autore ignoto. Altra perla artistica di Locorotondo è la chiesa della Madonna della Greca, dalla stupenda facciata dominata da un rosone finemente lavorato che quasi ricorda gli intarsi di oreficeria oppure le trame di merletti pregiati, realizzato però soltanto nel 1981. Originariamente la facciata e l’intera struttura doveva risalire al XV secolo in uno stile puramente romanico-gotico. Anche da Locorotondo si può avere un punto di vista privilegiato sulla Valle d’Itria e sulla vicina Martina Franca affacciandosi dal balcone di Villa Garibaldi.
Facendoci coinvolgere dalla splendida vista di Martina Franca possiamo quindi raggiungerla seguendo la Strada Statale 172, la città dista solo 6 km da Locorotondo. Martina Franca sorge in una posizione geografica tale da permetterle fin dall’antichità di essere di estrema importanza strategica, dato che si sviluppa a un’altitudine di 431 metri. Si accede al centro storico tramite l’Arco di S. Antonio, ricavato dalle mura nel 1764 e costruito come arco di trionfo, fu poi ornato dalla statua di S. Martino. La piazza che si apre dopo il passaggio presenta una caratteristica pianta triangolare, costeggiata su di un lato dal Palazzo Ducale contraddistinto da due piani con balconata continua. Costruito a partire dal 1668 sulle rovine dell’antico Castello degli Orsini, a lungo si è discusso sull’attribuzione del progetto a Gian Lorenzo Bernini anche se tale ipotesi è smentita da testimonianze archivistiche. Proseguendo per le viuzze caratteristiche del borgo si arriva all’elegante Piazza Plebiscito dove si scorgono la Collegiata di S. Martino, la torre civica, il palazzo dell’Università e la piccola chiesa di Monte del Purgatorio.
La Collegiata di S. Martino è la chiesa matrice di Martina Franca, edificata tra il 1747 e il 1775 in sostituzione di una precedente chiesa della quale rimane solo il campanile in stile romanico-gotico. La facciata neoclassica presenta al di sopra del portale maggiore una nicchia nella quale è raffigurato S. Martino nell’atto di donare il proprio mantello a un povero, come prevede la consueta rappresentazione di questo santo. Addentrandosi ancora per le stradine di Martina Franca ci s’imbatte nella chiesa di S. Domenico (1746), dalla ricca facciata che appare quasi sproporzionata rispetto al contesto ristretto in cui è inserita. Naturalmente, anche questo borgo presenta il suo punto di vista panoramico sulla Valle d’Itria che si può ammirare dalla Villa del Carmine, a ridosso della quale sorge la chiesa della Madonna del Carmine che custodisce un raffinato altare di marmi policromi realizzato da maestri napoletani.
Curiosità: queste tre città pur essendo così vicine l’una all’altra e accomunate dalla medesima zona geografica (la Valle d’Itria), appartengono a ben tre provincie distinte, infatti Cisternino è in provincia di Brindisi, Locorotondo in provincia di Bari e Martina Franca in provincia di Taranto. Altra curiosità è quella che si può individuare nei santi patroni di Locorotondo e Martina Franca, rispettivamente S. Giorgio e S. Martino. Questi due santi hanno in comune la loro appartenenza ai cosiddetti “santi cavalieri” e quindi rappresentati spesso in coppia o comunque in relazione tra loro. Se si riflette sulla posizione geografica delle due città che si oppongono l’una all’altra, sembrerebbe che la scelta di questi due santi rafforzi il dialogo continuo tra i due borghi oltre che ovviamente simboleggiare la vocazione di difesa e protezione delle loro posizioni.
Si chiude così la nostra passeggiata attraverso la Valle d’Itria, un itinerario che comporta ben tre punti di vista differenti sulla Valle, un modo per stimolare l’osservazione delle cose con occhi diversi, che è, dopotutto, uno degli insegnamenti che ogni viaggio porta con sé.
A ZONzo rinnova l’appuntamento a venerdì prossimo, con altre meravigliose località da esplorare!
Foto a cura di Gianluca Mansi