Questa mattina, i carabinieri della Compagnia di Mercato San Severino hanno dato in esecuzione ad un fermo di indiziato di delitto, nei confronti di tre persone ritenute appartenenti ad un sodalizio criminale dedito all’usura, alle estorsioni ed al riciclaggio, operante nelle province di Salerno e Avellino, che, approfittando delle disperate condizioni economiche di diversi imprenditori, prevalentemente del settore conciario, concedeva prestiti applicando esorbitanti tassi di interesse. Altri numerosi indagati sono stati raggiunti da provvedimenti di perquisizione personale e domiciliare, per documentare ulteriormente il dilagante fenomeno dell’usura nel settore imprenditoriale conciario dell’agro di Solofra.
L’indagine, avviata nel giugno 2010, ha consentito di acquisire elementi di colpevolezza nei confronti di Ravallese Rocco, commerciante 46enne di Montoro Superiore, De Maio Antonio, pregiudicato 46enne di Montoro Superiore, Romano Matteo, direttore di banca presso l’istituto Banca di Credito Cooperativo di Fisciano 46 enne di Fisciano, D.R., 60enne di Montoro Superiore, T.A. cassiere 52enne di Fisciano e S.G. cassiere 54enne di Fisciano.
A carico dei primi tre l’A.G. ha emesso un decreto di fermo di indiziato di delitto che è stato eseguito alle 5.30 di stamattina nei comuni di Fisciano e Montoro Superiore da militari della Compagnia di Mercato San Severino coadiuvati da personale della Compagnia di Baiano ed unità del Nucleo Cinofili di Pontecagnano.
L’organizzazione, capeggiata da Ravallese Rocco, si avvaleva dei conti correnti accesi in dispregio delle norme bancarie presso la filiale di mercato San Severino della “Banca di Credito Cooperativo di Fisciano” intestati alle ditte delle vittime, grazie alla complicità dell’allora direttore e dei due cassieri che consentivano di compiere operazioni monetizzando illecitamente i proventi illegali.
Ravallese, noto nel settore conciario per la sua capacità di “facilitare aziende o commercianti in difficoltà economica”, ritenuti non più affidabili dal sistema bancario, guadagnava la fiducia delle vittime anticipandogli metà degli importi di assegni post-datati, incassando, in cambio, fino alla restante metà; successivamente, rappresentava loro la necessità di avviare nuovi rapporti di conto corrente presentandoli all’allora direttore della filiale. I conti correnti, di fatto, venivano gestiti da Ravallese senza che gli intestatari ne conoscessero i movimenti. I fermati, in determinate circostanze, avrebbero ottenuto profitti paventando amicizie in ambienti vicini alla criminalità organizzata. I tassi di interesse, in alcune circostanze, hanno superato il 4000% annuo. Il giro d’affari stroncato è stato stimato in due milioni di euro. I fermati sono stati associati presso le case circondariali di Salerno ed Avellino.