Valerio Sarnataro è alla sua prima personale presso lo Spazio Zero11 a Torre Annunziata, con “Iconologie – Paradossi occidentali” a cura di Franco Cipriano
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Varcando la soglia di Spazio Zero11 dal 12 febbraio si ha l’impressione di entrare in un luogo estraneo, surreale, senza direttive, permeato soltanto da enormi immagini stranianti. Nessuna connotazione spazio-temporale riconoscibile, pochi elementi “tridimensionali”, una sedia emerge muta nel mezzo alla sala e un video che reclama la sua presenza con musiche sconnesse e rumori a volte “molesti”. Il mondo di Valerio Sarnataro presentato nella mostra Iconologie – Paradossi occidentali, a cura di Franco Cipriano, è l’attuazione di un raffinato lavoro intellettuale sul segno, anzi sul disegno. Dopotutto lo stesso Leonardo da Vinci sosteneva, in un tempo remoto e con una lungimiranza eccezionale, che il disegno è “Cosa mentale”. Classe 1986, diplomato in “Arte della Pubblicità e della Fotografia” presso l’Istituto d’Arte G. de Chirico, Valerio Sarnataro è graphic designer freelance, collabora con molte agenzie di comunicazione e ha dato vita a un brand di abbigliamento ispirato alle sue creazioni.
Cercando un orientamento nello spazio dell’esposizione si può comprendere che per l’occhio analitico non v’è un sistema d’appiglio; le immagini del lessico adottato da Sarnataro si ripetono senza una regola prestabilita. Se si provano a elencare gli elementi visivi nella loro ricorrenza si nota l’assenza di una cadenza specifica. Gli oggetti del pensiero si alternano con ritmo tra le trame paradossali del reale, presenze tangibili ed evanescenti allo stesso tempo. L’esergo di Deleuze con il quale Franco Cipriano apre il suo intervento nel relativo catalogo, della collana “Quaderni Arte“, è chiarificatore: «La forza dei paradossi risiede in questo: non sono contraddittori, ma ci fanno assistere alla genesi della contraddizione».
La proverbiale reticenza dell’autore sui meccanismi che muovono il suo “Universo Parallelo di Paradossi” mette lo spettatore di fronte alle proprie proiezioni, nella spiazzante solitudine dei vasti spazi bianchi e delle iconiche figure enigmatiche. Come nota Franco Cipriano: «Popular e ‘ermetica’ insieme, l’imagerie di Sarnataro è un discorso visivo sull’impossibilità del Senso delle cose. La verità va cercata sulla scacchiera delle supposizioni e delle probabilità, in una sfida continua tra la conoscenza e la sopravvivenza». Ai limiti di ciò che è sperimentabile, le sue immagini invertono l’idea di ciò che è possibile, conducendo l’occhio sull’orlo di un abisso labirintico. Le gigantografie di Sarnataro giocano continuamente con il senso, e non-senso, dell’esistenza, tra il germogliare della vita e la caducità della stessa, come l’ombra di una ragazza equilibrista sull’instabilità di ciò che è “vivo”.
Le Iconologie contemporanee si delineano così in un “Mondo” senza sfumature, dove la nettezza delle linee confonde la percezione dei pieni e dei vuoti, distorcendo la dimensione del reale. Allo stesso tempo riporta nei perimetri della vita la presenza di alcuni elementi dove «Non è un caso — come scrive nel catalogo il preside Felicio Izzo — che nell’immaginario concettuale di Sarnataro l’uomo sopravviva scomposto negli organi che più di altri regolano la realtà biologica dell’esistere. Siamo, cioè, quello che mangiamo e vediamo o tocchiamo; siamo ciò che sentiamo e pensiamo, sembra dirci la sua grafica sapenziale. Ma siamo anche, nella logica necessaria della scatologia, le scorie della digestione, i detriti del pensiero, le allucinazioni che deflorano la retina, le finte emozioni delle illusioni che trasfigurano la vita».
La mostra sarà visitabile fino al 28 febbraio, dalle ore 10.00 alle 14.00 (di pomeriggio su appuntamento). Per informazioni consultare la pagina Facebook di Spazio Zero11. È inoltre possibile visionare i lavori di Valerio Sarnataro su Tumblr, una sorta di galleria virtuale dove di volta in volta trovano spazio le sue immagini stranianti e paradossali.
Immagini della mostra e video a cura di Valerio Sarnataro e Franco Cipriano
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