Singolare protesta questa mattina innanzi all’ingresso della sezione civile del Tribunale di Salerno: un uomo si incatena
Questa mattina, 23 settembre, a Salerno un uomo si incatena davanti al Tribunale di Salerno.
L’uomo di cinquantasette anni si è, infatti, incatenato sul marciapiedi antistante al Palazzo di Giustizia per sensibilizzare istituzioni ed opinione pubblica sul calvario che lo stesso sostiene di vivere da alcuni anni.
Il Sig. Lucio Caruccio ci ha raccontato che nel 2009 ha dovuto porre in liquidazione la sua piccola impresa di trasporto di autovetture, operante prevalentemente per conto di un’importante multinazionale.
Ed è proprio contro quest’ultima che l’uomo punta l’indice: “Il 25.03.2005 decisero di licenziarmi ingiustamente nonostante che a regolare il nostro rapporto di lavoro vi fosse un contratto triennale da rispettare. A seguito del licenziamento nessun committente ebbe il coraggio di offrirmi un lavoro in quanto chi mi aveva licenziato, con i suoi azionisti, controllava quasi tutto il trasporto vetture in Italia”. Ma il Sig. Lucio se la prende anche con la legge n. 32/05, rea di avere abolito la tariffa minima per il trasporto su gomma nel nostro Paese.
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“Ciò che la legge lasciò inalterato fu il metodo di accertamento fiscale e le tasse da pagare sulla base della tariffa minima del trasporto fissata dalla legge e non in base al reale pagamento. Nello stesso giorno in cui entrò in vigore la nuova legge, io ed un collega fummo licenziati perché ci eravamo rifiutati di accettare condizioni inique volute dai padroni del monopolio dei trasporti“. Sembrerebbe, attenendoci al suo racconto, che le cause da lui intentate per ottenere giustizia pendano da anni innanzi al Tribunale di Salerno e siano ancora lontane dal definirsi. Proprio per questo l’uomo si appella alle Autorità con una protesta così eclatante per ottenere giustizia o, quantomeno, per sensibilizzarle rispetto ad una vicenda che, senza mezzi termini, definisce “vergognosa”. Ma il Sig. Lucio ci ha espresso, altresì, tutta la sua disperazione in quanto, sposato e con due figli a carico, non riesce più a provvedere al sostentamento della propria famiglia.
È, tuttavia, determinato a portare avanti la sua protesta: “Resterò incatenato qui sino venerdì, poi mi recherò a Roma davanti al Parlamento. La mia vita è rovinata ma io non mi arrendo“.
Foto a cura di Gianluca Mansi