Il giorno 25 luglio si è tenuta presso la Sala del Senato Accademico dell’Università di Salerno la riunione del Rettore Raimondo Pasquino con il Collegio dei Direttori di Dipartimento per un confronto sui risultati conseguiti dall’Ateneo nella procedura di valutazione nazionale della qualità della ricerca. All’incontro ha partecipato il Rettore eletto Aurelio Tommasetti, ed i Delegati alla Ricerca Donsì e Galante, che hanno introdotto i lavori con una relazione riassuntiva.
Al termine della discussione, molto partecipata, è emersa la soddisfazione dell’Ateneo per i risultati conseguiti nella valutazione nazionale. In particolare si sottolinea come nella maggior parte delle Aree disciplinari, la valutazione riportata dai prodotti di ricerca dell’Università di Salerno sia più alta della media nazionale. Per un insieme di Aree rappresentativo di una larga parte dei docenti e ricercatori del’Ateneo (circa il 70%), la maggioranza dei prodotti sottoposti a valutazione ha riportato il giudizio di “eccellente” o “buono”.
Particolare soddisfazione emerge anche sul giudizio con cui l’Agenzia di Valutazione sottolinea la “particolare cura nella selezione e nell’invio dei prodotti” espressa dall’Università di Salerno, che ha presentato un’altissima percentuale di prodotti rispetto a quelli dovuti, ottenendo un risultato tra i primi a livello nazionale.
Naturalmente occorre proseguire sulla via intrapresa, stimolando tutti i settori a puntare a risultati sempre migliori, ma l’Ateneo, che da sempre crede nella cultura della valutazione, è pronto alla sfida. Si aspetta che ai risultati della procedura nazionale faccia seguito un riallineamento dei criteri con cui, su base nazionale e regionale, sono ripartite le risorse per la ricerca fondamentale e applicata. Al momento questi criteri continuano a rappresentare la continuità storica di antiche gerarchie tra le Università. E’ il momento di utilizzare i dati di valutazione che lodevolmente e con largo impiego di mezzi il Ministero ha raccolto per adeguare alla realtà attuale gli investimenti nella ricerca, soprattutto nell’interesse del Paese.