L’Unisa ha stanziato più finanziamenti per la ricerca e sta reclutando nuove figure professionali. Tommasetti: “ Merito vuol dire maggiori risorse per il nostro Ateneo”
Unisa. Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, nell’ambito del Piano Straordinario 2018 per il reclutamento ricercatori, ha decretato lo stanziamento delle risorse finanziarie da distribuire alle Università per l’attivazione di contratti di Ricercatore a tempo determinato (di tipo B).
L’ammontare delle risorse stanziate (pari a 12 milioni di euro per l’anno 2018 e a 76,5 milioni di euro per l’anno 2019) è stato ripartito fra tutte le Istituzioni statali, per un finanziamento complessivo di 1.305 posti di ricercatore, così assegnati.
In primo luogo, il Miur ha preso in considerazione la dimensione accademica (ovvero, la dimensione data dalla media dei docenti in servizio al 31/12/2010 e al 31/12/2017).
Sulla scorta di tale indicatore, ad ogni Istituzione è stata attribuita una quota fissa di posti di ricercatore “b”. Per l’Università di Salerno il numero di posti assegnati per questa dimensione è pari a 5.
In secondo luogo, la distribuzione ha preso in considerazione i Dipartimenti che non sono risultati tra i beneficiari del Fondo per il finanziamento dei dipartimenti di eccellenza, assegnando a ciascuna delle Istituzioni di riferimento e al singolo dipartimento interessato una quota fissa ulteriore pari a 2 posti di ricercatore “b”.
Per l’Università di Salerno sono stati 8 i posti assegnati (per i 4 dipartimenti ammessi alla selezione dei dipartimenti d’eccellenza ma non risultati vincitori).
Infine, la restante quota di posti è stata ripartita fra le Istituzioni che hanno partecipato alla VQR 2011-2014. Quest’ultima ripartizione ha tenuto conto per il 50% dell’indicatore della qualità della ricerca IRFS (utilizzato per il riparto della quota premiale del FFO 2017) e, per l’altro 50%, del peso di riequilibrio (calcolato in base al numero dei ricercatori in servizio rispetto al numero delle altre figure del personale docente e ricercatore), con l’obiettivo di riequilibrare la presenza dei giovani ricercatori nei vari territori. Dal matching tra queste due percentuali, l’Ateneo ha ottenuto ulteriori 11 posti.
L’ammontare dei posti di ricercatori di tipo “b” assegnati all’Università di Salerno dal Piano Straordinario 2018 per il reclutamento ricercatori è pari, pertanto, a 24 posti.
“La nostra Università – ha dichiarato il Rettore Aurelio Tommasetti – quando viene valutata sulla base della qualità e della produttività della sua ricerca e applicando il criterio del merito ne esce sempre vincente. Merito vuol dire maggiori risorse per il nostro Ateneo.
È successo così per i finanziamenti alla ricerca di base e succede lo stesso per il reclutamento dei ricercatori di tipo B. La competizione, che ha riguardato tutte le università statali, ha visto il nostro Ateneo posizionarsi al 15° posto in Italia, sui 67 atenei in graduatoria.
Non solo. Restringendo il focus ai soli atenei del Sud, Unisa si colloca al 3° posto, subito dopo atenei molto più grandi per numero di addetti, come l’Università di Napoli Federico II e l’Università Aldo Moro di Bari”.
Se confrontata con i grandi e mega atenei presenti in graduatoria, l’Università di Salerno si posiziona davanti ad università ben più grandi per numerosità di addetti (gli Atenei di Palermo e Catania), superando anche le Università di dimensioni analoghe (Verona, Siena, Parma, Roma Tre, Calabria, Seconda Università di Napoli, Cagliari, Messina, Trieste).
“Se questo risultato da un lato gratifica e motiva l’impegno istituzionale sul fronte delle produzione scientifica, dall’altro ci dà la giusta energia per continuare il percorso della qualità – continua il Rettore.
Con 24 nuovi ricercatori che contribuiranno alle attività di sperimentazione e innovazione nella nostra università, lavoreremo in sinergia con il comparto industriale del territorio, promuovendo lo sviluppo dell’economia e contribuendo a frenare la fuga dei nostri giovani e brillanti studiosi” – conclude il Rettore.