Ultimo emoziona e si emoziona nella serata di Eboli. La cornice dei 7mila del PalaSele danno vita ad un concerto da “Favola”
Un palloncino rosso da rincorrere, acciuffare e chissà, magari da consegnare ad una persona speciale. È questa la storia di Ultimo, del giovane Niccolò Moriconi, che sale sul palco del PalaSele di Eboli con la consapevolezza di esser diventato un po’ più grande dalla pubblicazione del suo primo album. E allora si riscalda la voce e inizia immediatamente a 100 all’ora con “Colpa delle Favole” e l’extrabeat di “Aperitivo Grezzo“: Ultimo suona la carica, sarà una grande serata, quella durante la quale il romano farà conoscere ad Eboli la sua storia, di come è cambiata la sua vita, di quanto ha combattuto e di quanto ha amato.
Dal palco, sicuramente un po’ spartano, si iniziano così ad intonare musicalità più vicine alle corde di Ultime e dei cuori dei suoi fan con “Cascare nei Tuoi Occhi” e “Quando fuori Piove“. Sono canzoni di una generazione arrabbiata, di chi vuole amare e farsi amare, fregandosene dei difetti: Ultimo lascia così il microfono e si fa accompagnare. È perfetto così, siamo tutti imperfetti, ed è giusto cantarlo, urlarlo a squarciagola.
È, però, con l’immaginario quotidiano che Ultimo canta dell’amore, non sono per qualcun’altro, ma anche per se stessi. Con “Il ballo delle Incertezze“, che ha lanciato l’artista ufficialmente sul panorama musicale italiano, e “Ti dedico il Silenzio” sale il tasso emotivo: è qui che realmente Moriconi sente l’essenza, a volte anche distruttiva, della sua musica, perché la sente, perché ci crede, perché la ama. La forza del cantante di San Basilio risiede nella sua empatia con il pubblico, nella forza di essere se stesso: “Canzone Stupida” è semplicemente il testo che rappresenta appieno una situazione in cui, sicuramente, qualcuno si è imbattuto e avrà pensato:
Avessi avuto solo un briciolo di dignità
Ti avrei mandata a fare in culo un anno fa
Quand’ho capito che hai il cervello di una zanzara
E vuoi fare la colta universitaria
vince chi si sveglia, vive, muore e spera
Sempre dentro le sue mani