Silva, Alba, Torres, Mata. Sono loro i quattro toreri spagnoli che hanno massacrato il povero toro italiano, completamente inerme ai colpi sferrati e incapace anche solo di graffiare i matador iberici.
Si infrange sul muro “rojo” il sogno europeo dell’Italia, un muro troppo alto da scalare per la nostra Nazionale. Azzurri arrivati a questa finale quasi del tutto spremuti, logorati dai 120’ giocati contro l’Inghilterra nei quarti e dall’intensa semifinale con la Germania, ma va riconosciuto che la Spagna si è dimostrata troppo superiore e ha strameritato di vincere.
La partita. Pronti, via e subito si intuisce che sarebbe stata una serata storta per l’Italia: dopo due iniziali occasioni per Sergio Ramos e Xavi, la Spagna passa al 14’ con Silva, dopo che Fabregas aveva bruciato in velocità Chiellini e servito su un piatto d’argento il pallone dell’1-0 al giocatore del Manchester City. La reazione dell’Italia è sterile e si concretizza soltanto in tiri da fuori di Cassano, Montolivo e Balotelli. Così quasi allo scadere della prima frazione di gioco, le “furie rosse” raddoppiano con Jordi Alba, servito in profondità da un filtrante al bacio di Xavi. Gli azzurri accusano il colpo ma ad inizio ripresa avrebbero la possibilità di riaprire il match con Di Natale (entrato al posto di Cassano), ma il bomber dell’Udinese scarica addosso a Casillas. Il colpo di grazia, però, arriva con l’infortunio di Thiago Motta, subentrato da soli cinque minuti a Montolivo e costretto ad abbandonare il campo per uno stiramento, lasciando l’Italia in dieci dopo che Prandelli aveva già provveduto ad effettuare le tre sostituzioni. La partita in pratica finisce qui ma c’è ancora tempo nel finale per il terzo e il quarto gol della “Roja”, firmati rispettivamente dai neoentrati Torres e Mata per un 4-0 che non ammette repliche.
La Spagna conquista uno storico e probabilmente ineguagliabile “triplete” –dopo gli Europei del 2008 e i Mondiali del 2010- e si conferma la squadra più forte del mondo. Per l’Italia, invece, continua la maledizione europea. La Nazionale di Prandelli, dal canto suo, si è resa protagonista di un’incredibile cavalcata che, dopo le iniziali difficoltà, l’ha portata a giocarsi la finale, stupendo tutti coloro che all’inizio della competizione non avrebbero scommesso un soldo bucato sul secondo posto degli azzurri.
Onore ai più forti, dunque, ma un grandissimo plauso va anche ai nostri ragazzi e a Cesare Prandelli, capace di ricostruire una Nazionale uscita con le ossa rotte dal Mondiale sudafricano. L’unico rimpianto è essere arrivati stremati all’appuntamento più importante del torneo, ma può sicuramente consolare l’aver perso contro quella che può essere senza dubbio definita la Nazionale più forte di tutti i tempi.