Presentato questa mattina a Palazzo di Città di Salerno, il progetto “Libere Tutte” nell’ambito dell’iniziativa Immigrazione 2017

“Libere Tutte” è un progetto finanziato dalla Fondazione con il Sud nell’ambito dell’iniziativa Immigrazione 2017 e promosso da Arci Salerno, in rete con la cooperativa sociale Dedalus, il consorzio cooperativa sociali “La Rada“, l’Associazione “Nero e non solo“, il consorzio Mestieri e l’Associazione Don Tonino Bello Onlus.

Un’iniziativa che mira a favore delle vittime della tratta e grave sfruttamento e che prevede azioni tese all’emersione, prima assistenza e assistenza all’autonomia delle giovani donne infiltrate nel sistema asilo. Libere tutte si articola in attività divise in quattro macro-azioni: emersione e primo contatto, prima assistenza, sostegno all’autonomia ed elaborazione di una proposta politica. Verranno realizzate in ambito regionale e nei territori di competenza dei partner progetto: Salerno, Avellino, Napoli e Caserta. Un progetto di accoglienza che avrà la durata di due anni, terminando dunque a fine 2010.

“Credo che la tratta sia un salto all’indietro di una portata spaventosa. – commenta il sindaco Vincenzo Napoli – Siamo di nuovo in presenza di azioni di schiavismo che destano orrore. Il comune di Salerno, in qualche modo, ha tentato e tenta di corrispondere per quanto riguarda l’assistenza e alle esigenze di queste giovani donne che sono vittime di un traffico innominabile. Abbiamo avuto il segno cocente di quanto avviene nelle nostre acque, perché la nostra città è stata investita anche da questa orrenda tragedia: abbiamo celebrato la tragedia che ha visto 26 giovani donne morte nel mar Mediterraneo. Molte di queste probabilmente erano destinate ad un destino di schiavitù. Queste donne non vedono nel corso della loro vita una sola giornata di sole, passano dalla schiavitù in patria, alla violenza sessuale, alla traversata rischiosa nel mare, per poi approdare e avere un destino di schiavitù. Bisogna fare in modo che ciascuno si faccia carico di questo problema della nostra contemporaneità, senza girarsi dall’altro lato.“