Ieri il personale del Settore Anticrimine del Commissariato di Cava de’ Tirreni, diretto dal Vicequestore Aggiunto dott.ssa Marzia Morricone, ha svolto un’ulteriore indagine per l’attività info-investigativa tesa a contrastare il fenomeno della prostituzione, praticata all’interno di insospettabili abitazioni messe a disposizione da compiacenti affittuari, realizzando un vero e proprio crocevia di attività illecite che coinvolgono prostitute provenienti anche da altri centri e province.
Stavolta un appartamento di Cava, trasformato in alcova, da circa 2 mesi ospitava un paio di persone che ricevevano, a tutte le ore, numerosi uomini di varie età.
Gli agenti si sono appostati nei pressi dell’abitazione e hanno notato un’autovettura guidata da un uomo che, giunto al primo piano dello stabile, ha bussato alla porta dell’appartamento, dove una donna in abiti succinti ha aperto la porta facendolo entrare.
Poiché appariva evidente la circostanza dell’illecita attività praticata, i poliziotti hanno suonato insistentemente alla porta, che veniva aperta dalla stessa donna (transessuale), N.C., di anni 35 (residente nei paesi vesuviani). Completamente nuda, riferiva di essere in compagnia di un uomo al piano superiore, ovvero nella mansarda adibita a camera da letto.
Gli agenti, entrati nella mansarda, hanno trovato l’uomo nudo e disteso sul letto, mentre sul pavimento scorgevano preservativi, olio per massaggi, crema di vasellina, parrucche, abiti succinti, biancheria intima e altri oggetti vari utilizzati per l’attività di prostituzione.
Lo stesso appartamento era arredato, ma all’interno dei mobili non c’erano vestiti o utensili atti al vivere quotidiano e, inoltre, era privo di corrente elettrica.
Nel corso dell’identificazione del transessuale e del suo cliente, sopraggiungeva Z. P., di 26 anni, residente anch’egli nei paesi vesuviani, il quale riferiva di essere, unitamente a D. R. A. C. (ventisettenne proveniente dall’hinterland napoletano), affittuario dell’appartamento.
Pertanto, sono emerse chiare responsabilità penali a carico degli affittuari, con accusa di sfruttamento della prostituzione e una palese condotta di favoreggiamento personale da parte del transessuale (che, tra l’altro, annovera numerosi precedenti per prostituzione, detenzione di sostanze stupefacenti e foglio di via obbligatorio dal Comune di Pompei).
I due affittuari sono stati indagati presso l’Autorità Giudiziaria, mentre il transessuale è indagato per favoreggiamento personale.
Sono ancora in corso accertamenti sugli appunti recuperati, e in particolare sugli elenchi di persone rinvenuti all’interno dell’alcova.
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