Spaccio porta a porta durante il periodo di quarantena. Alcuni attendevano il reddito di cittadinanza per acquistare gli stupefacenti
19 sono le misure cautelari attuate per altrettanti indagati per detenzione, produzione e spaccio di sostanze stupefacenti ed estorsione nei territori di Avellino, Salerno e Caserta. Il gip di Avellino ha disposto il carcere per 3 indagati, arresti domiciliari per altri 13, e i restanti 3 per l’obbligo di dimora. Dalle indagini è anche emerso che alcuni tossicodipendenti immischiati in questo giro di droga, non disponendo di denaro contante, promettevano di saldare il debito non appena percepito il reddito di cittadinanza.
Come riportato da SalernoToday l’attività di spaccio era stata avviata durante i mesi del lockdown. Si operava con delle vere e proprie consegne porta a porta, portate a termine da una minorenne che fungeva da intermediaria. Dalle intercettazioni è emerso anche il linguaggio in codice utilizzato per nascondere gli affari: fili elettrici, prosciutto crudo, prosciutto cotto, birra e caffè sono solo alcune delle parole utilizzate per fare riferimento allo stupefacente. Gli investigatori hanno infine individuato in Irpinia tre laboratori artigianali dove, con attrezzature rudimentali, veniva sintetizzata la cocaina per la produzione di crack.