“Per gli involontari di guerra” è la mostra di Tomaso Binga, promossa dalla Fondazione Filiberto Menna e a cura di Antonello Tolve e Stefania Zuliani, inaugurata il 27 settembre scorso presso il Museo dello Sbarco e Salerno Capitale
[ads2]Sabato 27 settembre è stata inaugurata presso il Museo dello Sbarco e Salerno Capitale la mostra di Tomaso Binga “Per gli involontari di guerra”, promossa dalla Fondazione Filiberto Menna e a cura di Antonello Tolve e Stefania Zuliani che hanno presentato l’evento insieme al Presidente della Fondazione Angelo Trimarco. Tomaso Binga, nome artistico di Bianca Pucciarelli Menna, un nome che è un omaggio a Filippo Tommaso Marinetti, padre del Futurismo, e Binga nome di reminiscenza infantile, come lei stessa si appellava da bambina. Oltre a questo, Tomaso Binga è un nome che vuole sovvertire le differenze di genere femminile/maschile, in modo ironico e spiazzante, contestando quei privilegi che usualmente sono riservati agli uomini.
Fin dagli Anni ’70 del Novecento opera una ricerca incentrata sulla sperimentazione della poesia sonora e visuale con performance la cui protagonista è la parola, intesa come suono e come figura, nei suoi significati ambigui, con ripetizioni che portano allo straniamento.
La mostra salernitana si lega ideologicamente a due importanti lavori artistici di Binga: Ti scrivo solo di domenica e Riflessioni a puntate. Ti scrivo solo di domenica scritta durante l’anno 1977, è uno scambio epistolare di 52 lettere indirizzate a un’amica a cui Tomaso Binga scrive utilizzando esclusivamente articoli, nomi e aggettivi femminili, perché, dopotutto, la domenica «È l’unica giornata femminile della settimana». Le epistole raccontano brevemente la vita quotidiana e l’imminenza di un viaggio che però viene sempre rimandato, prima da realizzare su una nave, poi una barca, una zattera, fino ad annullarlo definitivamente e affidarlo alle nuvole. Riflessioni a puntate è una serie iniziata nel 1991 e durata un anno, dedicata al dramma della Guerra del Golfo e composta da cartoline inviate una volta al mese a 280 persone in tutto il mondo. L’ultima cartolina della serie, la dodicesima, è dedicata appunto “Agli involontari di guerra”, in cui le parole diventano forme con le quali denunciare un male, la guerra, un «Evento epistolare-sonoro di denuncia sociale» a cui Tomaso Binga dà voce per non abbassare mai la guardia.
L’apertura della mostra è stata arricchita dall’inedita performance di Tomaso Binga intitolata appunto Per gli involontari di guerra, realizzata insieme a un gruppo di giovani musicisti, i Pinco Pallini (alias A Better Tomorrow), band composta da Mariano Cuofano (voce e chitarra), Mimmo Laurenza (basso), Michele Vassallo (sassofono e tastiera), Serafina Perrotta (batteria). La performance si è svolta in un connubio sinestetico tra musica e parole in cui i due elementi si confondevano tra loro: le parole seguivano un ritmo a volte ipnotico e la musica si trasformava in un testo da leggere solo con l’udito. Tra le letture, particolare valore hanno assunto quella dedicata al Tricolore, un inno che nasconde le insidie di una bandiera dai colori che ricordano il «Verde bile», «Bianco fossa» e «Rosso stupro», parole dure che denunciano le contraddizioni di Stati fondati sulla violenza della guerra, Italia compresa. Altro importante momento è stata la lettura di una composizione dedicata alla tragedia della Fosse Ardeatine, dove fu vittima anche uno zio dell’artista, in cui le parole si susseguono in una serie di nomi che non hanno più identità tanto da diventare lettere dell’alfabeto, solo un elenco indistinto di «A, B, C, D, E, F, G, H, I, L, M, N, O, P, Q …».
Per gli involontari di guerra è la prima personale che Tomaso Binga tiene nella sua città natale; durante l’inaugurazione è inoltre stato presentato il volume Tomaso Binga. Scritture viventi, a cura di Antonello Tolve e Stefania Zuliani per la Plectica Edizioni.
La mostra sarà visitabile fino al 1 dicembre 2014, tutti i giorni, tranne il mercoledì, dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.30.
Info: Museo dello Sbarco e Salerno Capitale
Immagine della performance di Tomaso Binga Poesia Muta (1977) tratta dal sito www.tomasobinga.it