To Our Countries è il video di due sorelle Siriane che denunciano la guerra in Siria, Libano, Iraq e Palestina: due donne che cantano la voglia di pace
TO OUR COUNTRIES – Nel Medio Orienete viene combattuta la più strana delle guerre: i bombardamenti in Iraq e Siria, lo stato di caos e la guerra civile in Libia ed il conflitto in Palestina (Gaza) che in questo momento sembra oscurato dai media innalzando un grande muro di silenzio.
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L’opinione pubblica occidentale chiede a gran voce un intervento contro le barbarie dei tagliatori di teste del Califfato dello Stato Islamico (ISIS) e si alza un altro muro, tutto bianco con due giovani sorelle dinnazi ad esso. Una telecamera fissa come gli occhi di chi le guarda.
Una delle due donne inizia a cantare, l’altra racconta in arabo il dolore che le guerre lasciano in Medio Oriente da più di tre anni. Un video molto semplice, pubblicato su Youtube lo scorso 9 ottobre, che in pochi giorni ha collezionato più di un milione di visualizzazioni grazie al racconto appassionato sul dramma epocale che sta sconvolgendo queste terre.
Faia ha 22 anni e Rihan Younan ne ha compiuti 23, sono due sorelle svedesi di origini siriane e vivono a Stoccolma da più di 11 anni, cresciute però ad Aleppo, città simbolo del conflitto siriano. Insieme hanno realizzato To Our Countries -“Ai nostri Paesi”: un racconto straziante delle guerre che causano migliaia di morti in Medio Oriente.
TO OUR COUNTRIES – Faia canta le canzoni di Fairuz, un famoso artista libanese, che descrivono le bellezze di Damasco, Bagdad, Beirut e Gerusalemme, mentre sua sorella Rihan elenca con voce fredda i conflitti che hanno sconvolto la Siria, l’Iraq e gli altri paesi della regione: «Syria… Più di tre anni di folle, irrazionale guerra. Tre anni di anime, cuori e cervelli distrutti. Una guerra che striscia sotto le porte senza bussare e che si è insinuata nelle case… ha preso piede e umiliato i proprietari delle abitazioni.»
In To Our Countries non si parla di politica, l’argomento principale è una desiderata quiete nel Medio Oriente. Faia spiega in un’intervista al Spiegel Online di voler auspicare solo la pace: «Ci sono molte più persone che vogliono interrompere la guerra rispetto a chi la vuole combattere», conclude la giovane ragazza svedese, «volevamo solo esprimere la nostra rabbia e il nostro dolore per tutto quello che accade nei nostri Paesi».
Il Medio Oriente non è solo guerra e disperazione, è una terra che offre tanta bellezza e cultura. Nel video non vengono proiettate immagini di distruzione, perché la violenza entra nelle nostre case con troppa facilità e l’uomo d’oggi sembra non farci più caso. Due bellissime donne, invece, arrabbiate e commosse, con un messaggio, con una voce che trascina, una musica orientale e due occhi azzurri che anche da soli comunicano lo strazio di questi anni. In “To Our Contries” si lascia spazio all’immaginazione, il popolo del Medio Oriente può ricordare la propria casa, la propria vita come più desidera e non come viene trasmessa in un telegiornale.
TO OUR COUNTRIES – Il video ha riscosso tanto successo, perché ogni spettatore è proiettato su qualcos’altro. Alcuni si consolano tra la gioia della musica miscelata alla poesia e al canto, altri vedono Faia e Rihan come modelli d’ispirazione per tutte le donne in Medio Oriente, perché incarnano fiducia e femminilità.
Due sorelle che scuotono il cuore di chi le ammira e che magari scuotono la pace divenuta sempre più un miraggio. Due donne che sono diventate un raggio di luce per chi la guerra la vive in diretta, senza accendere la TV.