Il PNCVDA partecipa a Tipicità e Piccole Italie con il Protocollo d’Intesa che celebra il territorio passando dal maracuoccio, come prima dimensione verso la promozione turistica
[ads1]
Raccontare un territorio diversificato, stratificato di storia e generazioni, mutato tra la riscoperta e l’oblio è come ricucire bellezze paesaggistiche, i sapori e le peculiarità attraverso pochi ma significativi simboli. Il maracuoccio di Lentiscosa rappresenta una delle tappe più significative per incontrare con i sensi il Cilento dai sapori semplici e antichi, che derivano da una terra sana e vitale. PNCVDA, in particolare Camerota, partecipa al progetto Tipicità e Piccole Italie e fa conoscere il legume amarognolo che cresce a Lentiscosa, nei terreni calcarei ed esposti al sole, poi trasformato in farina portando anche alla famosa “Maricucciata“.
Ospiti nel Comune di Camerota dal 9 all’11 settembre, il Direttore di Tipicità Angelo Serri accompagnato da giornalisti di rilievo nazionale, hanno brindato al Protocollo d’Intesa con il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano e Alburni, e in tale occasione è stato ufficializzato il presidio Slow Food del maracuoccio di Lentiscosa – già presidi le alici di Menaica, il cece di Cicerale e il fagiolo di Controne -, presso la struttura Trattoria e pizzeria Maricucciata a Marina di Camerota con la musica del cantautore cilentano Marco Bruno accompagnato da Angelo D’Ambrosio dei Copobbanna.
Perché attraverso il maracuoccio si narra lo stile di vita del Cilento: il terreno è l’elemento basilare, fonte di ricchezza e sopravvivenza, così come la pesca e la pastorizia (pensiamo alla produzione di formaggi nella frazione di Licusati); la vita nei campi, tra semina e cura (come il maracuoccio tra gennaio a marzo) in attesa della raccolta (a giugno), garantendosi il cibo per il bestiame e poi reinventando il legume in un misto di elementi primari che appartengono alla geografia del luogo.
Il pane raffermo insaporito nel soffritto di olio, cipolla e peperoncino per ospitare la polenta di maracuoccio (Maricucciata), accompagnata dalla ‘stagionalità’, segreto dello star bene cilentano, come esperienza sensoriale con cui promuovere il turismo: che sia guidato e stimolato dentro il desiderio di conoscere e incontrare le autenticità cilentane, che sono principalmente sapori e qualità della cucina. Dal presidio Slow Food al paesaggio, tra grotte e area marina protetta per rimettere i piedi a terra e avventurarsi nel paleolitico dal virtuale (il MUVIP) al reale (Grotta della Cala), nel centro storico di Camerota capoluogo.
Tipicità e Piccole Italie incontra la realtà di Camerota in diverse micro dimensioni che contengono grandi storie di coraggio e perseveranza nella ricerca della qualità del prodotto, nel rispetto della tradizione, integrandolo di arte e cultura per offrirlo all’altro in un’aurea di tipicità. Sul porto di Marina di Camerota diversi gli stand che hanno portato una piccola anima del Cilento: Donna Clara da Licusati, Aura-Cilento da Palinuro, Apicoltura Cavalieri da Roccagloriosa, Azienda agricola D’Angiolillo da Ascea, Frantoio Marsicani da Sicilì, Panificio Zangari da Rofrano, Ermmà – Azienda agricola Sansone da Mandia, Murikè da Morigerati, Azienda agricola Savella dal Salento; una tappa è doverosa anche al caseificio Chirico ad Ascea Marina, dove ci sono anni di tradizione da conoscere e assaporare, magari dopo aver fatto visita all’area archeologica di Elea-Velia (dove si trova, orari QUI).
Eventi collaterali: dalla tappa a Baia Infreschi al Leone di Caprera
Il maracuoccio, dunque, come simbolo di una cultura contadina e culinaria che s’inserisce all’interno di uno scenario paesaggistico che conserva bellezze selvagge e mitologiche: Marina di Camerota è una realtà completa, forse anche complessa, che si auto-rappresenta tra grotte, calette e sentieri. La tappa a Baia Infreschi è stata diversificata dal breve concerto del vibrafonista Gabriele Boggi Ferraris (scopri il suo profilo QUI), che amalgamandosi con la natura, s’inserisce nel contesto con una delicatezza incantevole.
Domenica sera, in compagnia del Vicesindaco di Ancona, Pierpaolo Sediari, il Sindaco di Camerota, Antonio Romano e Pino Veneroso (autore del testo “Con lo jutta sulla scia del Leone di Caprera”) è stato presentato il nuovo progetto legato al battello, che sarà portato per alcuni mesi dell’anno a Marina di Camerota (in memoria di Pietro Troccoli) e Bagna Calabra (in memoria di Vincenzo Fondacaro, anche autore del diario di bordo “Dall’America all’Europa. Viaggio attraverso l’Oceano”, e ad Ancona (in memoria di Vincenzo Grassoni): i tre marinai che hanno attraversato l’oceano con un barca a vela di 9 metri.
Foto All Rights Reserved Pietro Avallone
[ads2]