Lo scorso 22 febbraio è stata discussa presso l’Università degli Studi di Salerno la tesi di laurea triennale in Scienze dell’Educazione dal titolo: “Progettare per la comunità: il caso del Settembre Culturale di Agropoli”
La discussione ha permesso di centrare l’attenzione sulla manifestazione che si svolge nel comune di Agropoli, nella cornice del Castello Angioino-Aragonese. È Mario Pironti il candidato che ha presentato tale lavoro di tesi, il quale ha suscitato l’interesse dell’intera commissione e di tutti coloro che hanno seguito, a distanza, la seduta di laurea. È la prima volta che la manifestazione assume un carattere scientifico: durante la trattazione è infatti emerso il background teorico che c’è dietro il lavoro di progettazione e realizzazione della kermesse agropolese.
«È stata una piacevole sorpresa – afferma il sindaco Adamo Coppola – sapere che il Settembre Culturale è stato al centro di un lavoro di tesi di laurea. Una kermesse cresciuta negli anni e divenuta ad oggi un punto di riferimento nel panorama culturale, con echi nazionali. Tanti gli ospiti che si succedono ogni anno e ci danno modo di offrire una manifestazione di grande rilievo».
«C’è tanto lavoro dietro all’organizzazione del Settembre Culturale – afferma il consigliere con delega alla Cultura e ideatore della rassegna, Francesco Crispino – che dura tutto l’anno. Stiamo lavorando alla XIV edizione che vi assicuro sarà di grande livello, Covid-19 permettendo. Il lavoro fatto in questi anni ci ha permesso di cambiare le prospettive: da qualche anno sono gli autori e le case editrici a richiedere di partecipare alla manifestazione, proprio per il posto importante che si è ritagliata nell’ambito della letteratura e della cultura in genere».
«È stato un privilegio – ha affermato il neo dottore, Mario Pironti – poter dedicare il mio lavoro di tesi ad una manifestazione tanto importante. L’appuntamento agropolese è fondamentale, infatti, non soltanto per la comunità locale, ma viene ad essere centro di riferimento dell’intera Campania, in quanto evento caratterizzante della terra cilentana. È stata anche l’occasione, poi, per poter ragionare sul futuro della kermesse stessa – conclude – un appuntamento che merita di essere ampliato di anno in anno, per un “Settembre Culturale” che sia sinonimo di rinascita dell’intera comunità regionale, e, perché no, del Meridione tutto».