Venerdì 22 luglio, nella Villa comunale di Baronissi, si è tenuta la presentazione di “Terromnia. Ritorno alla mia terra”, di Gerardo Magliacano
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Venerdì 22 luglio nella Villa comunale di Baronissi si è tenuta la presentazione di “Terromnia. Ritorno alla mia terra”, il primo volume di una trilogia che Gerardo Magliacano, scrittore della Valle dell’Irno, ha voluto dedicare alla terra, attraverso la quale intende cantare quell’umanità che ancora affonda le proprie radici nell’humus che l’ha generato.
L’evento è stato voluto e organizzato dall’associazione La Piazza di Baronissi. Oltre all’autore, sono intervenuti il presidente dell’associazione Marcello Celentano e il giornalista Danilo Iammancino. La discussione si è svolta nel silenzio delle istituzione comunali e di primi cittadini, ma nel dialogo “sentito” di cittadini sensibili di una comunità partecipe e impegnata nella salvaguardia del territorio.
Magliacano,in tale occasione, ha presentato anche il secondo volume della trilogia, “Una Nea-Polis sospesa” – un’opera solidale, come si evince fin dal titolo, esplicito richiamo all
a pratica partenopea del “caffé sospeso” – in cui ha voluto rappresentare LA Capitale e IL Capitale (umano) di TERRO(M)NIA.
a pratica partenopea del “caffé sospeso” – in cui ha voluto rappresentare LA Capitale e IL Capitale (umano) di TERRO(M)NIA.
Durante la serata, l’autore, insieme agli intervenuti, ha cercato di coniugare il NOI, le sue trame, per definire il “tra”, imperativo categorico della politica, ma non di quella ridotta ad essere un’arte da interessi oligarchici, ma quella che affonda le proprie radici nella sinergica costituzione della ‘polis’: il “tra” é il dato costitutivo dell’uomo, in quanto, aristotelicamente, unico “animale politico”, fatto di relazioni. E lo ha fatto, Magliacano, partendo proprio dalla (sua) terra, “tra” la (sua) gente.
I suoi libri si propongono di raccontare quell’atomo campano, meridionale, ancora fertile, capace di rigenerare un’Italia, avviluppata negli ingranaggi di uno spietato sistema economico-finanziario che tutto trita, da renderla Magna e Felix, se solo “i quanti di energie” che lo compongono si svegliassero da quel “sonno della ragione che – secondo il Goya – genera mostri” e prendessero coscienza delle proprie,vive e feconde, potenzialità e richezza.
La serata si è conclusa con la consegna di due Meli Annurca, frutti del progetto “MeLo adotto”: parte del ricavato delle vendite di TERRO (M)NIA è destinato alla valorizzazione del territorio. Pertanto, un melo è stato affidato ai responsabili de La Piazza, una sorta di adozione simbolica da parte della comunità di Baronissi. L’altro è stato consegnato alla prof.ssa Di Noia che si occupa nella sua amata Puglia di sostegno e assistenza alla persona, dai bambini agli anziani.
Questo gesto, un dovuto omaggio ad una terra che si è trovata mortificata e espoliata di un suo simbolo, l’ulivo, albero che da sempre rappresenta un’umanità che affonda le sue radici nella Madre Terra – usando le parole di Magliacano, dovremmo definirla “Figlia Terra” – per dare i suoi frutti alla Storia.
A cura di Cinzia D’Auria
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