Home Cronaca Terremoto Irpinia, addio al commissario ad acta a dicembre 2013

Terremoto Irpinia, addio al commissario ad acta a dicembre 2013

0
Terremoto Irpinia, addio al commissario ad acta a dicembre 2013
Un particolare, dove si notano le macerie in primo piano

In tempo di crisi e di spending review, ovvero revisione della spesa pubblica, è bene fare un po’ di pulizia delle cose vecchie ed obsolete, soprattutto se inutili ed improduttive.

E’ per questo che, tra i vari provvedimenti assunti, assume particolare rilevanza il decreto-legge del 22 giugno 2012, n°83, con cui sono stati assunte “misure urgenti per la crescita del Paese”. Con questo decreto è stata abolita la figura del commissario ad acta per la gestione dell’emergenza del terremoto dell’Irpinia del 23 novembre del 1980.

Al capo V articolo 49 il decreto prevede che il commissario cessi le sue attività alla data del 31 dicembre 2013.

L’iter burocratico è iniziato con il Decreto del Presidente del Consiglio del 24 Novembre 1980 con cui, su proposta del Ministro dell’Interno, Rognoni, si dichiarava lo stato di calamità naturale e veniva nominato l’on. Giuseppe Zamberletti (DC) Com

Un particolare, dove si notano le macerie in primo piano

missario Straordinario.

Infine con il decreto-legge 12/11/1982 n°829, trasformato in legge il 23/12/1982 n°938 viene formalizzata la figura del Ministro per il Coordinamento della protezione civile, una sorta di “commissario permanente” pronto ad intervenire in caso di emergenza,cosi da non dover intervenire ogni volta ex novo per far partire la macchina organizzativa e burocratica.

Successivamente e fino a data indicata(31 dicembre 2013)  Giuseppe Zamberletti viene sostituito, come commissario straordinario, dall’ingegnere Filippo D’Ambrosio, nominato,secondo l’art.86 comma 1 della legge 27 dicembre 2002, n°289, con decreto il 21 febbraio 2003 dal ministro delle attività produttive(ora Ministro dello Sviluppo Economico) on. Antonio Marzano(Governo Berlusconi II,ndr).

Il termine fissato resta per ultimare gli ultimi atti, ovvero provvedere “previa ricognizione delle pendenze, alla consegna di tutti i beni, trattazioni e rapporti in capo alle Amministrazioni(…)”, come cita il 2°comma dell’articolo 49 del decreto legge 22 giugno 2012, n°83 .

Gli atti presentati dai due commissari tra leggi, mini-norme, rifinanziamenti e proroghe sono stati 33, ed hanno visto un crescendo di risorse,di volta in volta finanziate con un apposito capitolo nelle susseguenti ex Leggi Finanziarie (oggi Leggi di Stabilità,ndr).

La base da cui partire per quanto riguarda la copertura finanziaria era stabilita dalla legge 14 maggio 1981, n°219 che, all’articolo 3, stanziava 8.000 miliardi di vecchie lire per la ricostruzione(poco più di 4 miliardi di euro,ndr).

Un dossier presentato dal “Servizio Studi” della Camera dei Deputati il 14 maggio 2009, fa un conto complessivo delle risorse stanziate dallo Stato nel corso degli anni per la ricostruzione post-terremoto e nella relazione presentata dai tecnici di Montecitorio si quantificano in 47,5 miliardi di euro gli stanziamenti autorizzati(valori attualizzati al 2008).

In questo modo si chiude la porta su una gestione post-terremoto fin troppo dilatata nel tempo, che ha attraversato, non senza polemiche, una trentina d’anni di storia della nostra patria,segnandone una tristissima pagina.

Sandro Pertini, allora Presidente della Repubblica, giunto sul posto, molto arrabbiato per i ritardi nei soccorsi, coniò il motto "Fate presto".