Inchiesta – Sul terreno dove sorgevano le Terme Campione, nei pressi di Parco Pinocchio, sono in costruzione edifici a uso residenziale. Ma l’acqua termale fuoriesce dal terreno e attende ancora di essere riutilizzata
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Ex Terme Campione. Forse non se n’è parlato abbastanza o forse non molti hanno notato la gravità della situazione. Vent’anni fa, nello spazio antistante Parco Pinocchio (nei pressi della chiesa dedicata alla Madonna della Medaglia Miracolosa) c’erano solo alcuni ruderi, con i resti di quelle che erano state le conosciutissime Terme Campione, luogo deputato al godimento di acque termali dalle proprietà curative e benefiche, un tempo addirittura raggiungibile con un collegamento ferroviario diretto.
Cos’è successo vent’anni fa? Semplice: essendo il terreno su cui sorgevano le Terme diventato di proprietà privata (in seguito a una cessione della gestione dell’impianto da parte del Comune di Salerno), le vecchie Terme, abbandonate, non sono state mai più recuperate.
Ex Terme Campione. Al loro posto, oggi sorge la Lungoirno, l’arteria stradale che costeggia l’ampio Parco Pinocchio, e nei due grandi lotti rimasti inutilizzati – nei pressi dell’Istituto Filiberto Menna e della chiesa – sono in costruzione nuovi edifici a uso residenziale. Tutto normale, se non fosse che l’acqua termale continua a fuoriuscire dal terreno e resta completamente sprecata alla luce delle sue proprietà curative.
Possibile che una risorsa di tale interesse, degna di un traffico di turisti ben più ampio di quello – poniamo – delle Luci d’Artista, resti inutilizzata e addirittura “seppellita” da banali appartamenti?
L’impresa esecutrice dei lavori, Milara srl, sta cercando dalla fine del 2014 di ovviare alle fuoriuscite di acqua sulfurea per creare una base atta a sostenere il peso degli edifici: tuttavia, numerosi strati di cemento, legno, cumuli di terra e grandi coperture di plastica non sono bastati a rendere il terreno meno umido e friabile, ma grandi fuoriuscite di acqua termale lottano per vincere la costrizione della mano dell’uomo e, nei pressi dei due cantieri adiacenti, si possono osservare grandi specchi d’acqua avvertendo un forte odore di zolfo.
Addirittura, in un supermercato della zona – ma probabilmente anche in altri edifici – sono presenti infiltrazioni d’acqua provenienti dal basso, difficili da risanare e quasi certamente attribuibili alla presenza della falda acquifera.
Ex Terme Campione. Il direttore dei lavori, l’architetto Luigi Centola, si limita ad affermare che “Noi stiamo solo mettendo in atto un progetto che ci è stato commissionato e che è stato preventivamente approvato dal Comune di Salerno. Il terreno è friabile – ammette – ma, come in tutti i terreni di questo tipo, per costruire l’edificio sovrastante si usa mettere dei pali che fermino e rendano solida la base”. Sicuri che basti?
Dal canto suo, l’assessore all’Urbanistica Domenico De Maio, qualche tempo fa, ha chiarito meglio alcune dinamiche: “Ci troviamo nell’ambito di un’area di trasformazione prevista dal nostro Piano Regolatore, sull’asse della Lungoirno, dove agli inizi del ‘900 c’erano delle vecchie Terme che sono state successivamente abbandonate. Molti anni fa ci fu una proposta dei vecchi proprietari di quelle aree, per avviare una trasformazione con attività legate al benessere e alla fruizione delle Terme. Nell’ipotesi successiva, e sulla scorta del progetto della Lungoirno redatto da Bohigas, si è deciso d’imprimere dei diritti edificatori; queste acque sono state canalizzate all’interno di questa struttura edificativa, in un pozzetto che sappiamo dove può essere eventualmente recapitato“. Chiaro, no? L’acqua termale usata come acqua corrente o acqua da riultilizzo.
Ex Terme Campione. “La famiglia Campione, proprietaria dell’area, in passato ha ceduto il terreno ad altri privati, e il Comune, pur potendo eventualmente espropriare, non ha mai avuto i soldi per realizzare una nuova struttura, che resterebbe comunque da affidare a iniziative private. Dove è stato possibile, siamo intervenuti per riqualificare: nella zona c’era un casolare con una centrale termica al di sotto, ma non ci sono state proposte da privati per il riutilizzo delle acque lì convogliate, e le proposte finora presentate non prevedono funzioni termali. Non è un discorso di soldi, ma un problema d’idee e di visione“.
Dunque, il Comune non avrebbe ignorato il problema (ed evitato di espropriare, restituendo un bene pubblico ai cittadini) solo per un discorso economico (del resto, tra finanziamenti europei e finanziamenti regionali per la realizzazione della Lungoirno, certamente un “sistema” si sarebbe trovato), bensì a causa di una “carenza d’idee”. Un’Amministrazione efficientissima.
Ex Terme Campione. Ora, in uno dei due lotti è prevista la costruzione di una piazza con parcheggi e “Verde pubblico”, mentre nell’altro un “Complesso edilizio per civili abitazioni, uffici, locali commerciali e – occhio – autorimesse interrate” (sic). Sopresa delle sorprese, l’architetto Centola c’informa che la Milara srl è gestita dall’ingegnere Pietro Postiglione, stranamente già noto per il caso della “Tangentopoli Salernitana” scoppiato nell’ottobre 2005 con l’avviso di garanzia al sindaco De Biase per la vicenda dei 480 alloggi di via Picarielli a Pastena, e per la cui costruzione sarebbero state fatte correzioni ad hoc al Piano Regolatore.
Come si legge in questo articolo di Michele Burma sul sito dell’Osservatorio sulla Legalità e sui Diritti, tali correzioni, secondo l’accusa, servivano a favorire una serie d’imprenditori amici, molti dei quali iscritti all’associazione Sudeuropa di Vincenzo De Luca. Secondo la Procura l’associazione Sudeuropa è la “significativa” sede dei legami tra chi propone e dispone le varianti al Piano e i costruttori che ne beneficiano, a partire da Pietro Postiglione.
Come riportato dal quotidiano Il Mattino di Salerno, giorno 7 dicembre 2005, Pietro Postiglione fu indagato con altri 9 nell’inchiesta sui 480 alloggi di edilizia residenziale pubblica, con l’accusa «Falsi atti ed elaborati progettuali inerenti due programmi integrati di edilizia residenziale individuati come schede di prefattibilità (154 alloggi a Salerno e 260 alloggi a Pozzuoli, poi ricollocati a Salerno)» non avendo conseguito «Alcuna effettiva titolarità delle aree interessate dall’intervento».
Ex Terme Campione. La storia, quindi, è destinata a ripetersi? Come mai il Comune si disinteressa di un bene prezioso come la sorgente delle ex Terme Campione, che dovrebbe essere fruibile al pubblico e di pubblica proprietà, consentendone invece la gestione da parte di privati (che hanno la facoltà di svilirne le potenzialità)? E se, al posto delle Luci d’Artista, qualcuno avesse proposto il recupero delle Terme, quanto sarebbe aumentata, in proiezione, l’affluenza turistica nel nostro Comune?
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