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Tempo, memoria, solitudine: seconda lezione di Poesia

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Tempo, memoria, solitudine: seconda lezione di Poesia

Secondo appuntamento con la Poesia per il seminario di Salerno Letteratura. Montale, George, Valery ed Eliot i poeti di oggi, che hanno parlato di tempo, memoria, solitudine

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Tempo, memoria e e solitudine i temi affrontati nel seminario sulla Poesia di oggi, a Salerno Letteratura, con il professor Alberto Granese e la professoressa Rosa Giulio. 

L’affascinante viaggio nella Poesia del ‘900 prosegue con altri autori italiani e stranieri, spiegati con grande semplicità per i ragazzi, ma anche con un vivido coinvolgimento e competenza. 

Eugenio Montale nel suo poema Ossi di seppia tratta del tempo e della memoria: cosa si trattiene del passato, tenendo conto del fatto che non si può recuperare, perchè il tempo distorce il ricordo. 

Il pensiero di Montale è composto da due linee: la natura (esterno) e lo spirito (intimità). 

La poesia rievoca persino nella scelta delle parole e nel ritmo questa frattura con il passato, resa dalla separazione dell’ultimo verso da tutti gli altri.

Il tedesco Stefan George invece è in equilibrio precario tra Simbolismo ed Avanguardia. Lui punta sull’essenzialità di parole e struttura, quasi un assunto filosofico: lo spirito deve vegliare in solitudine per rinascere, attraverso un percorso nell’oscurità. Grazie ad esso l’Uomo potrà giungere ad una verità scevra da finzione. 

“Solo quando l’Amore parlerà potrà comunicare la voce del dio dentro di lui”, e nella traduzione Dio è reso in modo forzoso con lettera maiuscola, anche se si intende, tuttavia, nel senso meno religioso del termine.

Il greco Kostantinos Kavafis offre, nel suo poema, la descrizione di una scena subitamente dopo un incontro d’amore, che non è altro che un ricordo molto lontano che, nonostante sia appunto così remoto, è possibile recuperare, perchè rimane inalterato, a differenza di quanto professa Montale. Si rifà quindi anche a Marcel Proust, con la sua opera “La ricerca del tempo perduto”. 

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Tempo, memoria, solitudine: seconda lezione di Poesia

Il francese Paul Valery invece, è il poeta delle cose che tentano di esprimersi, ma che non arrivano mai a compimento. il madrigale analizzato parla infatti di sussurro, grido, carezza, in un componimento allusivo e sensuale, che coglie un momento fra l’essere ed il non essere, reso mirabilmente attraverso i vocaboli del Simbolismo. Altro focus è quello della tensione all’attesa, ed alla reivocazione. 

Ma è l’inglese George Eliot ad offrire la visione più drammatica ed aulica, nel poema “La figlia che piange”.  A seguito del reperimento dell’autore di una stele in cui era raffigurata una ragazza piangente per la separazione del suo corpo dalla sua anima, Eliot ha dedicato la sua opera a questa tematica, rendendola attraverso la potente metafora di due amanti che vengono separati. Per essere buoni poeti, secondo lui, bisogna avere anche senso storico. 

La terza lezione della Summer School sulla Poesia si terrà giovedì 23 giugno alle ore 09.30, presso la Sala Pasolini. [ads2]

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Classe 1987, ho frequentato l’Università degli Studi di Salerno, conseguendo la Laurea di Primo Livello in Sociologia. Ho ottenuto una certificazione di frequenza per il corso di addetto/responsabile Ufficio Stampa e ho partecipato a diversi concorsi letterari, tra cui quello dell'estate 2015 del Circolo degli Artisti Salernitani, che mi è valso un Primo Premio. Lo scorso anno ho pubblicato il mio primo romanzo edito da Writers Editor, intitolato "Amore di papà". Sono un'attivista femminista e sostenitrice dei diritti LGBTIQ e gestisco una pagina Facebook sui diritti delle donne, "Doppia Vu Women Rights". Inoltre, ho il ruolo di segretaria provinciale presso la sezione NIDIL CGIL di Salerno.