Nell’ambito della XXXIV edizione della rassegna estiva di teatro “Barbuti Festival”, per “La notte dei Barbuti”, martedì 27 agosto alle 21.30 nella chiesetta di Sant’Apollonia, in via San Benedetto, va in scena “Cattedrale – Carver in concerto”. Voce narrante: Davide Speranza; Chitarra: Gianmarco Volpe; video proiezioni: Luigi Mascolo (ingresso 10 euro)
Teatro dei Barbuti. Per il ciclo “Letture in viaggio”, il racconto di Raymond Carver, Cattedrale, trova nuova luce nella performance di Davide Speranza e Gianmarco Volpe. Il primo alla lettura, il secondo alla chitarra.
Un vero e proprio concerto letterario, dove il ritmo della parole segue e traina quello della musica e viceversa, in un ballo vorticoso che finisce per rinnovare, secondo la logica dei nostri tempi, una delle storie più intense che siano mai state scritte nella letteratura americana.
La narrativa “carveriana” in uno spettacolo di 50 minuti, tra teatro e composizioni originali. Cattedrale fu incluso nel volume Best American Short Stories, nel 1982. Ritenuto il capolavoro di Raymond Carver, è la storia finale della raccolta di racconti dall’omonimo titolo, pubblicata nel 1983.
Con Cattedrale, Carver conquistò finalmente il plauso della critica e fama mondiale.
Lo scrittore americano, nato in Oregon nel 1938, è considerato uno dei più importanti narratori dello scorso secolo. Affiancato a mostri sacri della letteratura, in particolari ai cosiddetti “compositori di racconti” come Guy de Maupassant, Anton Cechov, Ernest Hemingway, Carver trovò fortuna in Italia anche grazie al sostegno di Fernanda Pivano, che subito ne apprezzò le doti artistiche.
Con la Minimum Fax raggiunse il cuore di milioni di lettori italiani. Carver fu un uomo dal passato complicato: nato in una famiglia povera, passa per i lavori più disparati cercando di sopravvivere, prima di far esplodere il suo talento e di diventare docente di Scrittura e Letteratura inglese.
Tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta, lasciandosi dietro un difficile periodo legato all’alcolismo, arriva finalmente il successo di critica e di pubblico. Prima con la raccolta di racconti “Di cosa parliamo quando parliamo d’amore” (What We Talk About When We Talk About Love), con cui finisce per essere identificato come uno dei padri del minimalismo letterario.
In realtà, quei racconti sono stati pesantemente rimaneggiati dal suo editor Gordon Lish. In seguito, è la raccolta “Cattedrale” a consolidare per sempre il suo successo. In particolare, rispetto alle storie di questa raccolta, Carver scrive al suo editor: “…Non sono lo stesso scrittore di prima.
Però so che tra questi 14 o 15 racconti che ti darò ce ne sono alcuni che ti faranno arricciare il naso, che non coincideranno con l’idea che la gente si è fatta di come deve essere un racconto di Carver – e per gente intendo te, me, i lettori in genere, i critici. Comunque, io non sono loro, non sono noi, sono io.
Può darsi che alcuni di questi racconti non si adattino facilmente a starsene allineati in fila con gli altri, è inevitabile. Però, Gordon, giuro su Dio e tanto vale che te lo dica subito, non posso subire l’amputazione e il trapianto che in un modo o nell’altro servirebbero a farli entrare nella scatola, di modo che il coperchio chiuda bene”.
Cattedrale è uno dei racconti della omonima raccolta. La storia di un “perdente” che finirà per aprirsi a nuovi orizzonti grazie ad un cieco. Carver dipinge i personaggi e le loro emozioni con una potenza introspettiva mai emersa prima.
Le sue storie parlano del fallimento del sogno americano e del sogno occidentale, di come l’uomo di fine secolo sia diventato un involucro neutro in cui poter inserire alcol e monete. Ma l’amore è dietro l’angolo…