La Compagnia Bottega San Lazzaro, sabato 5 maggio ore 21:00 e domenica 6 maggio ore 18:30, porterà in scena nella Sala “Santa Apollonia” a Salerno, Le voci di dentro di Eduardo De Filippo, per la regia di Matteo Salsano
La Rassegna “BARBUTI D’INVERNO Racconta…” giunge al quinto e ultimo appuntamento di una lunga stagione e chiude col botto.
La Compagnia Bottega San Lazzaro, sabato 5 maggio ore 21:00 e domenica 6 maggio ore 18:30, porterà in scena nella Sala “Santa Apollonia” a Salerno, “LE VOCI DI DENTRO” di Eduardo De Filippo, per la regia di Matteo Salsano.
Un testo, per contenuto e forma, tanto affascinante quanto amaro. Eduardo lo scrisse a ridosso della seconda guerra mondiale, sopra le macerie materiali di un paese distrutto, individuando quelle macerie morali, che la guerra aveva prodotto. Un mondo lontano solo temporalmente, ma con lo stesso degrado morale di oggi.
Grazie ad una scenografia essenziale, calata nelle atmosfere chiaro-scure scalfite dal tempo della Chiesa Santa Apollonia, Matteo Salsano ha inteso concentrare l’attenzione principalmente sui personaggi e sulla loro carica emotiva, sottolineando il quadro di un’epoca di miserie morali e di meschinità, che attraverso l’incomunicabilità e la grettezza d’animo, porterà a mostrare figure spietate, pronte a tutto pur di salvare la pelle, finanche disposte a tradire i propri cari.
“Un omicidio l’avete messo nell’ordine naturale delle cose. Un assassinio…nel bilancio di famiglia”: così Alberto Saporito, interpretato da Rosario Battista con la solita capacità intensa, misurata, espressiva, rimprovera i suoi vicini, la famiglia Cimmaruta. Con Domenico Galizia a proprio agio nel ruolo di un introspettivo e drammatico Pasquale Cimmaruta, travolto dalla vita, geloso e succube della moglie Matilde che è Lisa De Concilio, cinica, arrogante e ammaliante quando indossa i panni “color carne…” di Madame Omar Bey, Giovanna Memoli è Rosa sorella di Pasquale, con le sue torbide alchimie con cui fabbrica in casa sapone e candele con materiale di dubbia provenienza…?! Fabio Di Gennaro e Antonella Sica vestono i panni di Luigi ed Elvira, i figli dei Cimmaruta, sprezzanti, irrispettosi delle generazioni passate e sfiduciati dal proprio futuro. Ed ancora, a dare spessore all’intera vicenda Ciro Marigliano, nello scomodo ruolo di un ipocrita Carlo Saporito pronto ad approfittare delle sventure giudiziarie del fratello Alberto; Aldo Flauto nel ruolo dell’enigmatico Zi Nicola detto “Sparavierzi” che deluso dall’intera umanità ha rinunciato a parlare preferendo esprimersi con lo scoppio di botti col fischio, tric trac e fuje-fuje. In contrasto con tutti gli altri personaggi che circolano in casa Cimmaruta, ci sono la Cameriera, Rossella Natella, sognante, ingenua, buona d’animo, e il Portiere Michele, Giuseppe Giardullo, con i suoi pensieri semplici ma profondi per certi versi premonitori…
Sugli scudi, quindi, I Cimmaruta, cinici e miserabili, vili e sospettosi, innocenti, sì, per la scomparsa di Aniello Amitrano, ma colpevoli di un delitto altrettanto efferato e condannabile. “La stima, la fiducia reciproca che ci permette di guardarci negli occhi, noi l’abbiamo uccisa. E vi sembra un omicidio da poco?” è così che continua Alberto Saporito nello splendido monologo conclusivo che tira le somme e dà il senso alla commedia.
Completano il cast, Alfredo De Simone (Capa D’Angelo), karim Mangino (il Brigadiere), Manolo Pivetta e Lucia Lamberti (I Coniugi Amitrano).
Scenografie e costumi: Bottega San Lazzaro. Allestimento scenico: Salvatore Acconciagioco. Luci e Suoni: Francesco Giunti e Raffaele Sguazzo.