Home Politica Tagli ai dipendenti pubblici, la rabbia di Antonacchio

Tagli ai dipendenti pubblici, la rabbia di Antonacchio

0
Tagli ai dipendenti pubblici, la rabbia di Antonacchio

È diretto e preciso Pietro Antonacchio, Segretario Generale CISL FP SALERNO, nella lettera/comunicato arrivata in seguito agli ennesimi tagli ai dipendenti pubblici. “Per i dipendenti pubblici un ulteriore taglio del 10% degli stipendi” esordisce Antonacchio “arrecherà forti penalizzazioni anche sulle pensioni per chi è prossimo all’uscita e sembra essere stato previsto un iter breve, da concludersi entro aprile”.

“Un paese in crisi profonda” precisa Antonacchio “non può continuare a maltrattare coloro che sono stati un baluardo a sostegno di una nazione che proprio grazie ai lavoratori del pubblico impiego è riuscita ad evitare che dilagasse malcostume ed arroganza”. Il segretario si schiera contro il blocco dei contratti fermi al 2010, poiché allo stato i salari sono stati erosi già del 10% circa e tale percentualizzazione sicuramente potrebbe aggravarsi di un ulteriore 10% circa, derivante dall’inflazione,  portando, in uno agli abbattimenti già perpetrati per il triennio 2010/2013, ad un range complessivo rientrante tra il 20-30% circa di tale insostenibile perdita. “Orario di lavoro, gli assetti interni, i processi produttivi, da oggi non possono essere relegati alla sola competenza dei dirigenti responsabili” continua Antonacchio “ma devono essere oggetto di confronto con i rappresentanti dei lavoratori. Deve essere posta attenzione ai processi innovativi collegati alla riorganizzazione, i quali devono assicurare che i risparmi generati vadano anche nelle buste paga dei lavoratori” aggiunge “e non solo a ripianare i buchi di bilancio lasciati da qualche amministratore incapace”.

Secondo il segretario inoltre è sempre più evidente la necessità di procedere verso la definizione di un contratto nazionale quadro per tutti i settori, riconoscendo la specificità di ciascun comparto: per rilanciare il cambiamento nella Pubblica Amministrazione; per rendere i servizi migliori qualitativamente; per garantire efficienza delle prestazioni; per favorire maggiore competenza e valorizzazione del riconoscimento professionale dei lavoratori. “Ad aggravare la questione” continua il segretario “è il quadro politico convulso partorito dalle urne e purtroppo appare scontata l’approvazione del decreto, perché proprio dal nuovo blocco di contratti e stipendi sembrerebbero dipendere gran parte del miliardo di euro di risparmi messi a bilancio per il 2013-2015 dalla manovra. Ma a rendere “eterna” la sforbiciata” conclude Antonacchio “sono anche gli effetti sugli assegni previdenziali, in particolare per chi va in pensione in questi anni. Quando si comincerà a rifare sul serio?!”