Le nuove frontiere dell’ambientalismo: come inventarsi un lavoro eco-sostenibile. L’intervista di ZON – ZerOttoNove a Luca, ideatore dell’innovativo TacCamp
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È nato da circa un mese il progetto di Luca Penna, dottore in Architettura e appassionato del “fai-da-te”. Da allora non si è fermato un attimo il suo lavoro di artigianato o, come oggi si usa dire, di “hand-made”. Luca ha iniziato a creare i suoi taccuini da disegno per fare schizzi di architettura, prendere appunti di viaggio e trascrivere idee per progetti.
Da questo luogo delle idee, dove le idee trovano una sorta di rifugio, nasce TacCamp, che è il solo taccuino, a oggi, con marchio registrato, interamente realizzato in Campania, a mano, e con carta riciclata, ma rappresenta anche qualcosa di più: è il luogo dove scrittori, giornalisti, disegnatori, architetti, artisti, possono appunto “accamparsi”.
Allo stesso tempo c’è una forte attenzione per i temi ambientali, che l’ideatore del progetto ha sempre ben presente.
ZON – ZerOttoNove ha intervistato Luca Penna per far spiegare meglio il suo progetto TacCamp
“All’interno del taccuino TacCamp si legge che questo oggetto non è solo un quaderno qualsiasi, ma è «un invito a differenziare con cura», cosa intendi?”
Luca Penna: “La raccolta differenziata ha ormai numeri molto alti anche in Campania (anche se non dovunque…), ma spesso poniamo scarsa attenzione a come differenziamo, siamo distratti, questo è il problema della nostra società. Il mio taccuino da una parte come oggetto fisico nato dalla carta riciclata evidenzia il tema in questione, dall’altra proprio le impurità della carta stessa ci testimoniano come non si differenzi bene. Nella raccolta della carta si trova addirittura plastica, scontrini… Col mio progetto vorrei da una parte ricordare ai campani di differenziare, e dall’altra porre l’attenzione sulla capacità di curarsi dell’ambiente di una Regione come la nostra, che è ricordata per tutt’altro…”
“Sì, ma quindi, come nasce TacCamp?”
Luca Penna: “La scorsa estate ho cominciato per gioco, curiosità, ma anche proprio per esigenza personale, a cercare di realizzare da solo i miei quaderni per appunti. I primi taccuini erano in carta paglia e carta kraft. Ma non mi bastava… Continuavo a pensare a come migliorare il mio prodotto. Pensavo a una carta più resistente, che tenesse anche il tratto di pennarello più spesso, io come architetto mi trovavo a dover utilizzare più penne e via dicendo. Facendo indagini, mi sono imbattuto nell’azienda della Valle dell’Irno Cartesar S.p.A., che appunto si occupa di riciclo in Campania e con numeri veramente straordinari. Quando sono andato per la prima volta in cartiera, accolto da persone intelligenti e davvero “avanti”, ho capito cosa fare… A quel punto finalmente avevo la carta che volevo, e sono partito col progetto”.
“E il nome, da dove nasce?”
Luca Penna: “Cercavo un nome semplice e diretto, “tac” sta per taccuino e “camp” per Campania, ma il nome allo stesso tempo richiama l’accamparsi, un luogo sicuro dove scrivere, che vada un po’ in controtendenza rispetto alla scrittura automatica, ai tablet eccetera… è un invito alla lentezza, al pensiero, a essere attenti e a riflettere…”
“E hai registrato il marchio?”
Luca Penna: “In questa fase la domanda è già stata inoltrata al Ministero dello Sviluppo Economico e bisogna attendere i tempi tecnici per la conferma della procedura, ma la squadra c’è già e tutto è abbastanza avviato…”
“Quindi non sei solo per questo progetto?”
Luca Penna: “Da soli non è possibile andare pronto da nessuna parte! L’idea è mia, e anche la parte più strettamente di “handmade”, infatti la mia pagina Facebook, dove promuovo TacCamp, si chiama “lpHandmade”! Al mio fianco ho delle persone valide e dei professionisti che credono nel progetto e portano know-how differenti, da Anna Lisa, mia compagna e che, non a caso, studia codici manoscritti medievali e ora si sta interessando del Social Media Management, all’agenzia di Domenico della Cplus Web Agency di Avellino, ai consigli legali per la registrazione del marchio per cui ringrazio il mio amico e avvocato Arturo. ad altri amici e collaboratori che sono pronti anche loro per partire con la prossima collezione, Agostino e la calligrafa Francesca che realizzerà a mano le copertine… Insomma sono fortunato, intorno a me ci sono le famose «persone giuste al momento giusto»!”
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