Sydney Sibilia, il regista salernitano, è stato ospite per DaviMedia nel Teatro di Ateneo dell’Università per presentare il suo film Smetto Quando Voglio e rispondere alle domande di studenti e giornalisti.
Dopo aver rilasciato un’intervista per la RAI presente all’evento, Sydney Sibilia, in tutto il suo splendore di giovane trentenne sorridente, si è concesso mettendosi a proprio agio e creando un’atmosfera molto piacevole.
A chi fa notare che, solo dopo due settimane, si ricorda di lui il sindaco Vincenzo De Luca, tutto preso dalla vittoria di Rocco Hunt al Festival di Sanremo, anche lui di Pastena, il regista risponde, mostrando di apprezzare molto la musica del giovane cantante: “non me la sono presa, di carattere non me la prendo”.
Il suo esordio cinematografico, che ha raggiunto i 3.000.000 di euro in meno di un mese, ha riscosso tanti commenti positivi, che ne mettono in risalto l’originalità. Con il film di Sydney Sibilia si sente, infatti, come ben evidenzia il professore di Storia del Cinema Marco Pistoia, la modernità di una macchina da presa “snella, colorata e mobile”.
Sydney racconta la storia del suo film, inziando con il dire che ad un certo punto gli propongono di fare un film e lui non aveva altro che “due frasi dietro uno scontrino”. A Roma, città in cui abita e lavora, legge dai giornali di due laureati in Filosofia, che facevano i netturbini per le strade romane, mentre discutevano della Critica della Ragion Pura. L’idea è questa; si iniziano a raccogliere le storie di ricercatori precari e, dopo un anno di lavoro, c’è uno scritto per il film.
Nonostante, come Sydney Sibilia dice, sia “ancora dalla parte di ricevere consigli”, dice che bisogna individuare sempre la strada giusta e seguirla. “I vorrei, ma anche no” distolgono dall’obiettivo”!
Il regista, a proposito dei recenti film su persone che spacciano “per sbarcare il lunario”, ritiene che la droga, da sempre, sia un espediente cinematografico molto forte.
Alla domanda di uno studente che chiede spiegazioni sulla presenza della pubblicità del film sui social network piuttosto che in televisione, Sydney Sibilia, con un fare scherzoso e alla mano, risponde: “Non avevamo i soldi per fare lo spot in Tv e i cartelloni pubblicitari. Avevamo solo facebook e l’abbiamo uitlizzato”. Avendo, inoltre, un target giovane si sono “attaccati ai social network, attraverso campagne prima dell’uscita”. Per questo i social network sono stati “un po’ una scelta mirata e un po’ un’esigenza”.
Definendo Smetto Quando Voglio la versione 2.0 di I Soliti Ignoti, Sydney si sofferma sull’importanza dei film visti nell’adolescenza, che “si sedimentano e si tatuano” su di noi. I Soliti Ignoti e la commedia all’italiana sono stati l’ispirazione, ma soprattutto con Smetto Quando Voglio si è cercato di realizzare un prodotto piacevole; l’obiettivo è quello di far ridere, anche se la realtà attuale dei precari è un po’ struggente. Mettendo “una lente di ingrandimento sulle cose reali divertenti” sostiene, inoltre, che “la commedia deve avere un aggancio realistico”, ma non è una critica.
Per creare un prodotto che “scongiuri l’invisibilità”, rischio molto grave, la domanda che ci si deve porre, prima di iniziare a girare, è secondo il regista : “Che film andrei a vedere?” Visti i risultati, possiamo affermare che ha risposto bene a quella domanda.
A chi, vista l’atmosfera creata in sala, gli chiede anticipazioni sul suo prossimo film, Sydney Sibilia risponde di non aver avuto ancora il tempo di mettersi a lavorare perché la campagna promozionale si è prolungata con immenso piacere, dato che il film uscito il 6 febbraio è ancora nelle sale cinematografiche.
Il giovane filmaker salernitano, preparato nel discutere sui cambiamenti avvenuti con Youtube e il riscontro immediato di un video, fa i complimenti per il campus universitario, presso cui ha studiato Giurisprudenza un anno, e alla sua Salerno, che nonostante non abbia niente per l’ambito cinematografico, offre tantissimo.
“Questo film serve a fare la conta, a vedere quanti ne siamo a fare questi prodotti che possono fare solo i giovani” è l’invito e il saluto di Sydney.
Foto a cura di Annalisa Saggese e Alfonso Maria Salsano