Suoni dal Castello 2015 – Masterclass e Giovanni Punzi, Zefiro Chamber Orchestra, Incontri Acusmatici e Mediterannean Sax Quartet; infine il Kalòs
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«La bellezza è mescolare in giuste proporzioni il finito e l’infinito» (Platone).
La musica è la scuola della vita.
Si parte dalla lettura della disciplina, si somatizza e si condivide con gli altri, con il gruppo appartenenza. Si cresce insieme all’interno di un sistema “rigido” che educa alla libertà espressiva. Ad un certo punto ogni componente del gruppo spicca il volo, creando un’autonomia tale da vivere di luce propria. Tutte le volte che le singole luci s’incontrano, la musica ristabilisce il senso di armonia e rispetto che, dallo spartito, giunge alla crescita morale tra i musicisti.
Una rassegna concentrata al Camerota Festival che ci parla della musica in maniera totale.
22 agosto – La Masterclass, novità di quest’anno a Suoni dal Castello, “mostra” al pubblico come funziona l’organismo musicale. Una crescita artistica e umana, coordinata in questa occasione dal Primo Clarinetto Solista dell’Orchestra Filarmonica di Copenaghen, Giovanni Punzi. Ogni allievo esprime un modo di vivere la musica, dal più riservato al più performativo, di cui le tante voci diverse del coro musicale, si sommano nella dedizione allo strumento di Punzi, che nell’esecuzione finale, si libera del suono interiore trasudandolo anche dalle vene ingrossate, dai nervi del viso, dai saltelli che compie per dare forza (e animo) al suo brano.
Guarda le foto della prima serata di Suoni dal Castello
23 agosto – Il discorso della valorizzazione della “classe” come tappa obbligata del musicista viene ripresentata nel concerto delle classi di Musica da Camera e Musica d’insieme del Conservatorio Martucci di Salerno presso il Castello Marchesale con musiche di A. Belloli, G. Rossini, P. Glass e A. Desenclos.
Guarda le foto della seconda serata di Suoni dal Castello
Diviso in due percorsi, si passa al concerto evento della rassegna Suoni dal Castello: Zefiro Chamber Orchestra nella chiesa di San Nicola di Bari a Camerota.
Diretta da Pantaleo Cammarano, l’Orchestra è l’esemplificazione della struttura musicale: il gruppo (in questo caso composto da soli archi) è strutturato “gerarchicamente” alternando punti di riferimento a imitatori, che vivono uno scambio reciproco di energia e di “riverenza”, perfezionando ogni singola sfumatura del suono, mostrandosi abili nella crescita tonale e cromatica del concerto, come l’udito raffinato e colto del maestro cura tutte le volte.
Man mano alcune voci conquistano la scena, ed è il caso del violino di Daniela Cammarano e dell’oboe di Andrea Marotta, eseguendo Concerto in Do minore BMW 106R per violino, oboe ed orchestra d’archi (Allegro, Adagio e Allegro) di Bach, e il famoso tema tratto da Shindler’s List. Meravigliosi insieme, i due musicisti regalano minuti di perfetta osmosi ed empatia.
Ci siamo mai chiesti cosa prova un musicista quando sta per interpretare un brano? Cosa si muove dentro il suo stomaco, cosa passa nella testa? Cosa rappresenta quel sudore nelle mani, quel tremolio, quella catarsi di fronte allo strumento musicale? Come può, una persona, trasformarsi in musica? Accade questo quando si tocca un concerto con mano, perché quei volti così pieni di energia si consumano lentamente “fino all’ultimo respiro” del suono, cedendo qualche grammo di vita in quell’esecuzione musicale.
È musica come segno, dunque. Elemento manifestazione di altro, qualcosa di percepibile, che può essere codificato, unità fondamentale della comunicazione che può contenere più significati, più inflessioni. Il passaggio dall’ascolto conoscitivo alla percezione trascendentale rievoca l’idea platonica della bellezza.
Il Kalòs, per i greci, aveva una connotazione oggettiva, era il risultato di un lavoro costante di levigatura della materia grezza, da cui far emergere l’essenza, qualcosa di universalmente riconoscibile e apprezzabile, una guida culturale e politica capace di indirizzare la comunità verso l’equilibrio e la bella forma.
Cosa c’entra il Kalòs con Suoni dal Castello, se non lo lasciamo passare come un legame tra l’estetica classica e lo slittamento tra segno e trascendenza nella cornice di una Camerota rinnovata dalla suggestiva rassegna organizzata dall’Associazione Zefiro; il pianista che succede all’oboista Marotta, Alessandro Deljavan, che affianca la violinista Cammarano, può rappresentare la sintesi di questa lunga analisi del ruolo culturale della III edizione del Camerota Festival.
Osservare, non solo ascoltare la musica. Sentirla, perché ascoltare è un livello inferiore della percezione. Il duo Cammarano/Deljavan rappresentano la summa espressione di questi intensi giorni all’insegna dell’arte musicale.
La logica musicale crea un rapporto di “amore” tra i musicisti, basato sulle attese e le unioni dei suoni. Lo strumento è l’approccio umano alla musica, ma prima c’è il coinvolgimento. Daniela e Alessandro entrano nel brano in esecuzione, Concerto in Do minore MWV O 4 per violino, pianoforte e orchestra d’archi (Allegro, Adagio, Allegro molto) di Mendelssohn, “leggendo” a mo’ di battito cardiaco lo spartito, lasciandosi stimolare dallo slancio evocativo ed emotivo di una successione “fisica” e “infinita” di segni che descrivono la trascendenza.
Il pianista dona la sua espressività vivace e potente al pubblico, il quale in una standing ovation, proclama l’apparizione del Kalòs dalla materia informe.
Guarda le foto della seconda serata di Suoni dal Castello in chiesa San Nicola di Bari
24 agosto – Serata conclusiva di Suoni dal Castello con due momenti musicali diversi portando a nuove forme di esperienza. Per la prima volta a Camerota Incontri Acusmatici, ossia musica elettronica sperimentale che “priva” il fruitore del contatto con la fonte sonora. Il suono si avverte come dimensione totalizzante, a volte in conflitto con il contesto o con l’insolita percezione, arrivando come un disturbo.
Una piccola antologia di autori importanti, legati alla realtà del Conservatorio Martucci di Salerno, insieme creano un risultato variegato e altamente stimolante: Michele Barbato con Passaggio di stati fisici di Psiche…in cerca di Eros, Mario Buoninfante con Studio II, Alberto Giordano con RiEvoluzione – La nascita, Silvia Lanzone con Alba d’oro.
Ecco che segno e trascendenza ritornano per spiegare la struttura “narrativa” del percorso musicale del Camerota Festival: l’elettronica è studio e sintesi del mezzo di riproduzione che, dallo strumento musicale al televisione, implica un ritorno alla materia da cui liberarsi. Il suono si modifica, è una materia malleabile. Il segno viene ridotto a pura idea, trascendenza, perché lo strumento subisce un processo di sottrazione tale da trasformarsi in ciò che è, ma che non si vede: esperienza sensoriale.
Infine, Mediterranean Sax Quartet, dona prestigio ad uno strumento come il sax, valorizzandolo in un quartetto di soli sassofoni (Deborah Batà con sax soprano, Gerardo Mautone con sax contralto, Vincenzo Varriale con sax tenore e Michele D’Auria con sax baritono); si abitua così lo spettatore all’ascolto del singolo strumento nelle sue diverse declinazioni, non solo incluso in una banda o in un’orchestra. Questa ricercatezza nella scelta degli ospiti rende la rassegna di Suoni dal Castello un testo aperto verso il futuro, che garantisce la diversificazione e la qualità, la capacità di accontentare ogni gusto e di entrare nel mondo artistico e musicale con rigore e libertà, fattori alla base della crescita professionale e umana del musicista.
Guarda le foto della terza serata di Suoni dal Castello
L’Associazione Zefiro dimostra di essere presente seriamente sul territorio, e merita uno sguardo attento e scrupoloso da parte di tutti nelle prossime edizioni. Giuseppe Marotta (presidente), Pantaleo Cammarano (direttore artistico), Federica Toriello (la splendida conduttrice), Andrea Marotta, Gennaro Chirico, Vincenzo Di Mauro, Giuseppe Cammarano e Francesco Saggiomo chiudono la nuova edizione di Suoni dal Castello con speranza e fiducia nella cultura per il futuro del Paese.
Foto – All Rights Reserved Pietro Avallone
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