Si è chiusa l’esperienza artistica e culturale Suoni dal castello della seconda edizione “Festa della musica”. Lunedì 25 agosto, il concerto dei Magic Mallets, ha salutato le circa mille presenze complessive di questo mese ricco di musica all’interno del castello marchesale di Camerota
Suono e castello: due elementi che si sono uniti in questa prima avventura artistica e culturale promossa e curata dall’Associazione Zefiro. Musica e natura. Arte e territorio, dunque.
Questa è la formula adottata dai giovanissimi soci per promuovere e valorizzare Camerota, il luogo in cui hanno formato man mano questa sensibilità, proprio quella che è stata donata agli spettatori. Sensibilità artistica che si (con)fonde con il paesaggio scultoreo, statico e poetico, del territorio camerotano. Questa simbiosi è insita nello sguardo delle vecchie e nuove generazioni, e lo si percepisce dall’atmosfera che è stata creata nel grande evento Suoni dal castello, ma anche dalla volontà di queste nuove associazioni di portare l’arte e lo spettacolo dentro la natura, in cui imbattersi in maniera “naturale” e “primordiale” (basti pensare anche ai musical rappresentati al teatro Kamaraton).
Primordiale è un’espressione che ritorna utile per descrivere l’ultima serata, l’ultimo concerto. I Magic Mallets è un gruppo composto da 7 elementi, tra professionisti e dilettanti (Gerardo Bovi, Angelo Saturno, Giuseppe Marotta, Giuseppe Saggiomo, Gianpiero Saggiomo, Antonio Colacelli, Alessadro Calicchio), specializzato negli strumenti a percussione (marimba, vibrafono, xilofono, glockenspiel, batteria, timpani, gong, grancassa, piatti), con una formazione alternativa, che permette loro di sperimentare maggiormente. Il repertorio presentato è infatti variegato, ad esempio: “Danza n.5” di Brahms, The Entertainer di Joplin o balletti come il tango La Cumparsita. Il suono e il ritmo sono i due elementi con cui questi musicisti rielaborano il valore primitivo del corpo come strumento musicale, non solo, perché oltre all’innata predisposizione del corpo umano al movimento e al ritmo, anche la natura suggerisce suoni, che sono perfettamente riprodotti dalle percussioni in scena. E poi, se si immagina solo per un attimo, dove questi suoni nascono, allora è facile provare una sensazione di benessere interiore, sentirsi parte di un ‘qualcosa‘; i suoni sembrano essere sospesi nell’aria, fermano quasi il tempo, plasmano una sensazione, che si esplicita in una sospiro di sollievo o in un’emozione dello spettatore.
Il concerto poi evolve in maniera sorprendente e “magica”: Pasquale Bardaro, percussionista del San Carlo, dal pubblico raggiunge lo strumento, dove insieme al suo caro amico, e maestro, Gerardo Bovi, si esibisce rendendo il silenzio degli spettatori ancora più silenzioso, assorti nel percepire anche un singolo dettaglio della sua performance. In un continuum musicale, Bovi e Bardaro, si lasciano trasportare dall’idea di musica come flusso interiore in movimento, che si esprime senza logica narrativa, ma emozionale. Pasquale deve metaforicamente “spegnere” la testa (e il cuore) di Gerardo con un simpatico gesto della sua mano che imita l’azione di spegnere un conduttore di energia; la musica è forse energia?. Un’esibizione particolare, che proietta Bardaro in una dimensione artistica moderna, che lascia sempre intuire il suo ‘pensiero’ intorno alla musica. Le sorprese non finiscono. I Magic Mallets ritornano sul palco, anticipati dalla parodia di un buffo controllore di Trenitalia, che li invita a salire sul “treno”. Il mezzo di trasporto è riprodotto dagli strumenti a percussione, fino a diventare tema musicale. Simpatica la chiusura del concerto, con le battute recitate dal controllore: “Prossima sosta, Castello! Buona permanenza!”. Sostare e restare; un invito ai giovani, agli spettatori e agli artisti a ripopolare il proprio territorio, a non mollare mai, a sradicare il pesante lagnarsi e le invidie interne. Il territorio camerotano vuole rilanciarsi, perché è stanco di aspettare che le cose si facciano in maniera autonoma. I giovani si sono messi in campo, l’amministrazione sta assecondando e favorendo, la comunità sta partecipando attivamente, dimostrando che la cultura non spaventa, non annoia, ma deve solo essere letteralmente “imposta”, andare fuori dai luoghi istituzionali per diventare incontro quotidiano, vita.
Un evento indimenticabile, Suoni dal castello, un’estate meravigliosa a Camerota capoluogo. E poi, la bellissima e garbata Federica Toriello, che ha condotto tutte le serate e che, simpaticamente tesa, ha espresso, nella sua voce emozionata, un particolare attaccamento alla sua terra, ai suoi compagni, al futuro del suo paese. Quanta consapevolezza si sta formando in queste micro realtà cilentane, quanta voglia di portare alla ribalta il meglio, tutto il meglio che c’è, superare il vittimismo e produrre, tramandare, crescere rimanendo quelli di sempre, ossia persone che amano svegliarsi tutte le mattine per respirare e “fotografare” la bellezza del luogo natìo, e potersi esprimere, e vivere, in tutto questo.
[ads2]
Suoni dal castello termina con i Magic Mallets affiancati da un gruppo di bambini catturati dalla platea, dove si uniscono i componenti di Zefiro, il sindaco Antonio Romano e Pasquale Bardaro, per suonare tutti insieme. Gerardo Bovi saluta tutti invitando a superare le frammentazioni interne, a unirsi nello sviluppo, a ripartire dai piccolini: ed è così che si chiude la seconda edizione della Festa della Musica, da cui se ne esce arricchiti e più felici.
Di seguito i link agli articoli correlati:
http://www.zerottonove.it/camerota-suoni-dal-castello-quarto-concerto-con-lensemble-zefiro/
http://www.zerottonove.it/suoni-dal-castello/
Foto a cura di Pietro Avallone