“Mafia, pizza e mandolino”, questo è lo stereotipo affibbiato al fanalino di coda dell’Europa unita. Oggi più di ieri, il meridione del bel paese è la culla delle nefandezze di politica e malavita. Consapevoli del fatto che la storia sia scritta dai vincitori, noti studi ed audaci inchieste giornalistiche, fanno riaffiorare un passato di splendori per quel Sud Italia governato dai Borboni.
Nei testi scolastici le eccellenze del Regno delle Due Sicilie sono doverosi ma evanescenti accenni, proviamo quindi a fare un piccolo resoconto sui primati del Regno Borbonico:
varo della prima nave a vapore nel Mediterraneo (anno 1818)1, la prima linea ferroviaria italiana tra Napoli e Portici (anno 1839)2, la prima illuminazione a gas in Italia (anno 1839)3, il primo osservatorio astronomico italiano ed il primo osservatorio vulcanico e sismologico del mondo, l’Osservatorio Vesuviano (anno 1841)4. Napoli era, inoltre, la prima città d’Italia per numero di tipografie, per pubblicazioni di giornali e riviste e prima per numero di conservatori musicali e di teatri, fra cui il famoso Teatro San Carlo5. Il Regno delle Due Sicilie fu “padre” della pediatria in Italia, con una attenzione superiore a quella promossa dai Savoia dopo l’unità6.
Per non pochi italiani sarà insolito leggere di uno studio realizzato dalla Banca d’ Italia dove si evidenza che nel periodo antecedente all’invasione piemontese, non esistessero sostanziali differenze economiche tra sud e nord in termini di prodotto pro-capite ed industrializzazione.7 Lo scalpore mediatico, però, viene raggiunto con inchieste giornalistiche su carta, Pino Aprile nel 2010 pubblica TERRONI.
Il libro documenta, fatti alla mano, le atrocità commesse dagli invasori, il brigantaggio come vera guerra civile, nonché gli interessi economici sottesi: in primis abbattere la marina mercantile borbonica, essendo in Europa la seconda flotta per importanza.8
L’autore scrive: “Ignoravo che l’occupazione del Regno delle Due Sicilie fosse stata decisa, progettata, protetta da Inghilterra e Francia e parzialmente finanziata dalla massoneria (detto da Garibaldi, sino al gran maestro Armando Corona, nel 1988)”.
Pino Aprile porta alla luce una serie di fatti che aprono una nuova, interessante, a volte sconvolgente, finestra sulla facciata della storia, la cui conclusione è che: se 150 anni non sono stati sufficienti a risolvere il problema del mezzogiorno italiano, vuol dire che non si è voluto. Le due Germanie, pur divise da una diversa visione del futuro, dalla guerra fredda e da un muro, in 20 anni sono tornate una. Perché da noi non è successo? Una risposta è ancora da ricercare negli interessi particolari di influenti gruppi di potere? Nel desiderio sabaudo di affacciarsi sullo scenario europeo delle grandi potenze, nelle mire di dominazione inglese sul Mediterraneo, dove il Regno Borbonico rappresentava un grande ostacolo?
Speciale Tg2 RAI, 10 minuti di video, completi e autorevoli:
NOTE:
1-2-3-4-5 – Lamberto Radogna, Storia della Marina Mercantile delle Due Sicilie (1734-1860), Mursia 1982; Francesco Ogliari, Storia dei trasporti italiani, vol. 21° “Terra di primati”, Cavallotti Editore, Milano 1975; Harold Acton, Gli ultimi Borboni di Napoli (1825-1861), Firenze, Giunti Editore, 1997, pag. 2 e ss.
6 – Agenzia Giornalistica Adnkronos.com : Medicina, i Borbone “padri” della pediatria in Italia, prima cattedra e “ospizio marino” .
7 – Pubblicazione della Banca d’Italia sugli Sviluppi Industriali.
8 – Mario Montalto, La Marina delle Due Sicilie Collana Le Sensiglie, Editoriale Il Giglio, Napoli 2007.