L’Associazione Articolo 41 presieduta dal giovane Roberto De Luca dibatte al Mediterranea Hotel di Salerno: si discute sui temi del rilancio del Sud Italia, avendo come trampolino la creazione di opportunità di crescita per i giovani
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Salerno, Mediterranea Hotel, pochi gli ospiti – ma attentamente selezionati – a dibattere sul tema del rilancio del Sud Italia in modo autonomo rispetto al dogma (diffusosi negli ultimi anni) delle “eccellenze” campane.
Tante le parole spese sulla volontà di essere propositivi e non solo lamentosi sull’argomento, a partire dall’intervento introduttivo del Dott. De Luca che ha messo in luce le piaghe ormai manifeste del nostro territorio tra cui: fuga di cervelli all’estero, scarso (per non dire inesistente) investimento delle risorse stanziate, assenza di validi strumenti di programmazione sul medio-lungo periodo, mentalità welfare eccessivamente marcata al limite della questua.
Come sottolineato anche dall’Amministratore Delegato Invitalia, Domenico Arcuri, un territorio con una forte vocazione turistica come il nostro, rischia di rimanere intrappolato nella parte di “casa vacanze per il Nord” una sorta di parco giochi estivo per le zone maggiormente sviluppate della penisola.
Sembra quindi che la classe dirigente politica abbia dimenticato che tale territorio è composto innanzitutto da persone oltre che da albegatori e gestori di stabilimenti balneari, un territorio in cui un’intera generazione di lavoratori (dall’83 all’88 circa) praticamente non esiste più perché costretta ad emigrare per sopravvivere.
Le “eccellenze campane” erroneamente scambiate per pizza e mozzarella, risiedono invece in quei MILIONI di ragazzi la cui istruzione universitaria è costata cara (come ricorda Enrico Zanetti, sottosegretario del Ministero dell’economia e delle finanze) in primis alle famiglie, e che FUGGONO a gambe levate da un territorio socialmente ed economicamente infertile.
Un territorio con potenzialità inutilizzate, in cui manca un piano organico di sviluppo, che si adagia su fondi di varia provenienza (da quella statale a quella europea) impegnata a “spendere” e incapace di “investire” laddove per investimento s’intende “l’attività finanziaria di un soggetto economico detto investitore atta all’incremento di beni capitali e l’acquisizione o creazione di nuove risorse da usare nel processo produttivo”.
È italiano ed è logica, non dovrebbe essere difficile per nessuno capire che la creazione di nuove risorse da usare nel processo produttivo, passa innanzitutto dall’evitare che chi materialmente è destinato a fare parte del suddetto, vada a fare il cameriere a Londra o il ricercatore a Dublino.
All’alba della nuova stagione dei contributi europei (POR, FESR, ecc.) siamo arrivati alla conclusione che non sappiamo dove sbattere la testa, né come rilanciare il nostro territorio, ABBIAMO BISOGNO DI UN PIANO, sembra essere lo slogan della giornata ed un timido indirizzo sembra essere lo sviluppo del fenomeno startup (oramai in piena esplosione nel nord europa).
Non male la prova del giovane De Luca, adesso attendiamo però fatti concreti a sostegno di idee che sembrano ponderate, il “piano” di cui abbisogna il mezzogiorno non si scrive da solo, ed a quanto pare risulta ansioso di portare sostegno al proprio territorio.
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