Venerdì 15 giugno la Ballet Studio di Cava de’ Tirreni di Giusy De Martino presenterà al Teatro delle Arti di Salerno il suo spettacolo di fine anno
Lo spettacolo di fine anno de La Ballet Studio vedrà esibirsi tutte le allieve dalle più piccole alle più grandi. Diviso in tre parti. Si terrà venerdì 15 giugno al Teatro delle Arti.
Prima parte: “tecnica della danza” su Musiche di: Ciaikovskji dal balletto “Bella addormentata”, vedrà il passo d’Addio dell’allieva Miriam Sorgente, accompagnata dal Ballerino ospite Michele Storto.
Seguirà una parte dedicata alle tecniche di Contemporaneo – Moderno – Hip Hop e Flamenco dal titolo:
“Yin e Yang: l’armonia delle cose”
Non due opposti in assoluto, ma due forze vitali e interdipendenti che si completano a vicenda, lo Yin e lo Yang dipendono l’uno dall’esistenza dell’altro essendo un simbolo di perfetta armonia, legati da una reciproca origine comune. Due concetti derivati tradizionalmente dall’antica Filosofia cinese, nati probabilmente dall’osservazione del giorno che si tramuta in notte e viceversa, che espongono la dualità di ogni cosa nell’Universo e che rappresentano, all’interno del simbolo, l’idea che ciascuna delle forze raggiunge il suo punto estremo manifestando dentro di sé una sensazione opposta.
Un perfetto equilibrio tra i due elementi che diventa dunque un sinonimo di benessere che quando viene a mancare crea squilibrio e conflitto nella vita degli essere umani.
Se lo Yin può essere tradotto approssimativamente come il lato in ombra della collina (dunque, il nero) lo Yang è invece il lato soleggiato (ovvero, il bianco).
In altre parole, Oscurità e Luminosità, Notte e Giorno, Freddo e Caldo, Negativo e Positivo, Passivo e Attivo, Confusione e Chiarezza, sono le dicotomie più comuni a cui poter far corrispondere le due polarità energetiche.
Trasferendo tale concetto alla cultura occidentale si potrebbe affermare che in ogni polo c’è sempre una piccola parte di quello opposto, e che dunque anche nel Male è presente una piccola parte di Bene e nel Bene è presente una minima parte di Male.
Nella vita in generale, ma anche nel mondo dell’Arte e della Danza, si è sovente protagonisti e spettatori di questa reciproca complementarietà la quale si mostra più spesso come un apparente dualismo opposto, ma che talvolta può rivelarsi espressione di una fusione dicotomica inconsapevole in un unico gesto, un unico movimento, un’unica forza, un solo spettacolo.
Musiche di autori vari. Coreografie di Giusy De Martino (moderno), Angelo Parisi (contemporaneo), Amalia Salzano (modern-jazz), Valeria Polosa (contemporaneo) Nilde Serpa & Andrea Veneri (Hip Hop) Monica Manco, Salvatore Inghilleri Spanish Harlem (Flamenco).
La terza e ultima parte vedrà il Passo d’Addio di Michela Sorgente nella “Vedova Allegra”, accompagnata da Luigi Fortunato ( ballerino ospite) con le musiche di Franz Lehàr , la rivisitazione e le coreografie sono di Alessandra Veronetti (già Prima Ballerina Teatro Real San Carlo di Napoli) e Giusy De Martino.
Tratto dall’omonima operetta, il balletto, suddiviso in 3 atti, con le coreografie originali di Ronald Hynd e le musiche di Franz Lehar, è stato rappresentato per la prima volta nel novembre del 1975 dall’Australian Ballet al Palais Theatre di Melbourne.
Il soggetto è ambientato nel 1905 a Parigi presso l’Ambasciata di Pontevedro (un piccolo Stato della Penisola Balcanica) dove fervono i preparativi per un grande ballo.
L’ambasciatore di Pontevedro, il Barone Zeta, dopo aver informato il segretario Njegus e il giovane diplomatico francese Camille de Rossillon della disatrosa situazione economica del suo paese, legge loro un telegramma con il quale annuncia l’arrivo di una giovane, bella e ricchissima vedova di nome Anna Glawari, che parteciperà al ballo e che è alla ricerca di un nuovo marito.
Per risollevare le finanze del loro paese, tutti pensano al conte Danilo come possibile pretendente per Anna, ma il giovane sembra essere contrario ad un matrimonio di interesse.
Nel frattempo Valencienne, giovane ed elegante moglie francese del Barone Zeta, è ammirata da tutti, ma lei non ha occhi che per Camille, con cui intrattiene segretamente una relazione extramatrimoniale.
Durante il ricevimento la ricca vedova viene così presentata al conte Danilo, ma a prima vista, i due si riconoscono immediatamente poiché già in passato erano stati legati amorosamente. Tuttavia la loro precedente storia d’amore era stata interrotta per volontà della famiglia di Danilo che non aveva accettato all’epoca le umili origini di Anna. Il Conte però finge di non ricordare nulla e si rifiuta di ballare con Anna, ma lei riconosce il suo fazzoletto, in passato regalato a Danilo, che lui conservava ancora, in segno del suo ricordo d’amore verso la donna.
In onore di Anna si ballano delle danze tradizionali Pontevedrine, mentre Camille e Valencienne si incontrano furtivamente. I due amanti, nascosti, vengono però spiati da Njegus che confida ad Anna tutto l’intrigo e nel frattempo sopraggiungono anche l’ambasciatore Zeta e Danilo che, incuriositi dagli strani comportamenti di Njegus, non esitano a chiedergli spiegazioni. Anna tempestivamente si sostituisce a Valencienne, e una volta giunti allo scoperto, annuncia sotto grande sgomento di tutti, le sue prossime nozze con Camille, suscitando in primis la collera e la gelosia di Danilo.
A questo punto il piano studiato dall’Ambasciatore per risollevare la drammatica situazione economica di Pontevedro sembra essere crollato definitivamente. Così tutti si recano da Maxim, un famoso locale notturno parigino, frequentato da uomini, donne e ballerine di can can, per affogare i propri dispiaceri nel bere e cercare divertimento e distrazione. Arriva presto anche Anna che accetta il braccio offertole da Camille, mentre Danilo invita a danzare Valencienne. I quattro protagonisti chiariscono la loro vicenda sentimentale mentre il Barone Zeta si rende conto dell’amore e del tradimento di sua moglie e Camille. Si allontana così solo e rassegnato.
Tutto sembra perduto quando Anna si ritrova sola nel locale, ma subito viene raggiunta da Danilo che la stringe finalmente tra le sue braccia.
Ancora una volta, la Ballet Studio propone al pubblico uno spettacolo avvincente, curato nelle scene e nelle coreografie dal corpo docenti composto da Alessandra Veronetti (ballerina del Real Teatro San Carlo), Silvana Mennitto (ballerina del Real Teatro San Carlo), Angelo Parisi, Amalia Salzano, Andrea Veneri e Nilde Serpa, Valeria Polosa, Daniela Marchese, Monica Manco e Salvatore Inghilleri (Spanish Harlem) con la direzione artistica di Giusy De Martino.
Dopo lo spettacolo di fine anno, le allieve concluderanno l’anno accademico con gli esami finali tenuti in sede al cospetto di docenti di chiara fama del panorama nazionale. Quest’anno avremo l’onore di avere tra gli esaminatori il Direttore della scuola di ballo M° Stephane Fournial.