Alla scoperta del magico mondo dei “twisty puzzle” con un appassionato salernitano: “Lo speedcubing diventa una parte di te e può accompagnarti per sempre“
Speedcubing e il “Twisty puzzle” più famoso al mondo
Chiamato originariamente “Cubo magico” dal suo inventore Ernő Rubik nel 1974, il giocattolo più venduto al mondo fu ribattezzato “Cubo di Rubik” dalla Ideal Toys nel 1980. Non ne esiste però, come forse siamo abituati a pensare, una sola versione (per scoprirle tutte cliccate qui).
Da tutti questi rompicapi è nata una disciplina ludico-sportiva: lo speedcubing. Dal nome inglese ci rendiamo conto che chi la pratica è interessato a risolvere il puzzle nel minor tempo possibile. Affascinati da tutto questo e dopo essere riusciti a risolvere il cubo in una settimana, contattiamo Francesco Macaluso, uno speedcuber salernitano.
Francesco ci precisa, innanzitutto, che lo speedcubing non riguarda solo la risoluzione del famoso cubo, ma anche di altri “Poliedri magici”. Scopriamo che esistono tantissime competizioni ufficiali in Italia e nel mondo.
Sopraffatti dalla curiosità, la nostra prima domanda a Francesco non può non essere questa:
Da quando nasce la tua passione per il cubo di Rubik?
“E’ nata un po’ per caso. In una sera di novembre del 2008, mentre passeggiavo con la mia ragazza, da una bancarella di giocattoli spiccavano diversi cubi di Rubik. Ebbi una sorta di colpo di fulmine e ne comprai subito uno per pochi euro. Riuscii a risolverlo, per la prima volta, otto giorni dopo“.
I pensieri di tutti quelli che si cimentano per la prima volta in questo gioco sono probabilmente simili a quelli avuti da Francesco: “Probabilmente non ci riuscirò mai, ma voglio provarci lo stesso“.
Mentre la maggior parte delle persone abbandona il gioco non riuscendo a ordinare tutte le facce, per Francesco è stato diverso.
“Dopo averlo risolto la prima volta, non mi piaceva l’idea di accantonarlo subito, come un soprammobile da esibire. Così l’ho rimischiato e la seconda volta ci sono riuscito in un pomeriggio. La mia curiosità verso il mondo dei puzzle aumentava di giorno in giorno. Allora, per perfezionare un po’ il metodo a strati ho iniziato a consultare qualche sito web e a vedere qualche video su Youtube. Ciò che m’importava era semplicemente risolvere il cubo, non farlo velocemente. Nel frattempo, però, cominciavo a completarlo nell’arco di 5 minuti, poi 3 o 2, fino ad arrivare a 1 minuto. In seguito scoprii che esiste una vivacissima community italiana con un suo forum ufficiale, Speedcubing.it, a cui sono iscritto dal 2012″.
La passione di Francesco ci appare molto seria e gli chiediamo: Perché?
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“Il mondo dei puzzle è sconfinato, ti ci perdi come nel mondo della musica, altra mia grande passione. Essa può nascere in parte per un caso fortuito alimentandosi da sola e in parte sei tu a decidere perché è la tua curiosità a farti proseguire.
Per qualcuno può rimanere solo un gioco, ma lo speedcubing diventa una parte di te e può accompagnarti per sempre. Forse non esagero se dico che può essere visto come una forma di cultura dai risvolti sociali sempre positivi. Tanti ragazzi si sono conosciuti per questa passione comune e nelle gare ufficiali l’aria è sempre quella di una festa tra amici, nonostante ci siano regole da rispettare, varie specialità, turni, etc. La cosa bella è che, generalmente, tutti tifano per tutti e i meno bravi chiedono sempre consigli ai più bravi.
Alle gare ufficiali partecipano anche genitori che hanno scoperto questa disciplina grazie ai figli, o viceversa. Per questo, anche se lo speedcubing è prevalentemente un’attività praticata da giovani e giovanissimi, non è raro incontrare appassionati adulti”.
Perché ti diverte tanto farlo e rifarlo?
“È di per sé molto divertente, ma spesso significa anche allenarsi. Bisogna avere tempo disponibile per allenarsi preferibilmente con costanza, migliorare e rendere più competitivi i propri tempi. Il mio record ufficiale come tempo singolo è di 30.75 secondi“.
Sebbene ci sembri un bel tempo, Francesco ci fa notare che nell’ottica di una gara è ancora molto alto e aggiunge: “L’attuale record italiano è di 6.86 secondi, ottenuto dal grande Giovanni Contardi, mentre il centesimo tempo italiano si aggira sui 14 secondi“.
Sbalorditi dei pochi secondi impiegati per risolvere il cubo da chi pratica lo speedcubing, proviamo ad immaginare l’ansia di una gara ufficiale.
Francesco infatti ci dice che a casa è riuscito a risolverlo in meno di 30 secondi sfiorando alcune volte i 20, ma durante la gara subentra l’emozione. Un altro fattore importante è il tempo libero per allenarsi. Ci precisa: “Lo speedcubing è bellissimo, ma è solo una parte della mia vita. Vorrei poter avere più tempo, ma a 30 anni ci sono altre incombenze a cui dare priorità, sebbene non si voglia rinunciare alle proprie passioni. Per questi motivi, finora ho partecipato solo a due competizioni ufficiali, ma conto di farne altre in futuro. La prima, nel novembre 2013, è stata l’Italian Open a Roma, dove ho partecipato a cinque specialità: 2×2, 3×3, Pyraminx, 3BLD e il multi BLD”.
Conoscendo la Pyraminx, il puzzle di forma tetraedrica, chiediamo maggiori spiegazioni sulla specialità BLD.
“BLD è una contrazione dell’inglese ‘blindfolded’, che in italiano significa ‘bendato’ ed è la specialità per risolvere un o più cubi 3×3 da bendati, dopo averli memorizzati”.
Ritornando all’Italian Open, Francesco ci dice: “A mia grande sorpresa, il risultato migliore l’ho ottenuto proprio nel multi BLD: ho memorizzato due cubi mischiati e poi sono riuscito a risolverli entrambi in circa 13 minuti conquistando il terzo posto. Nel dicembre 2013 c’è stata la seconda competizione: il Salerno Winter Open, organizzata insieme a Kevin Montano. A mio avviso, Kevin è l’unico vero speedcuber salernitano (molto più bravo di me), che colgo l’occasione di salutare caramente. A questa competizione, inoltre, partecipò anche la mia ragazza Annarita, prima speedcuber femminile della provincia di Salerno a livello ufficiale nel 2013”.
Infine, gli rivolgiamo quest’ultima domanda: Ti definisci uno speedcuber?
“Speedcuber è chi si allena, più o meno costantemente, per migliorare i propri tempi di risoluzione e per prepararsi nell’eventualità di una gara. Io credo di esserlo, anche se in realtà mi reputo un semplice appassionato e un divulgatore: mi piace scrivere guide su diversi puzzle e mi entusiasma l’idea di poter diffondere lo speedcubing, assicurando il mio contributo nei confronti di questa affascinante disciplina e trasmettendo la mia passione“.
Francesco, riferendosi alla mancanza del lavoro nel mondo dell’istruzione, conclude il nostro incontro dicendo: “Tutto questo, se ci pensi, confina con quello che dovrebbe essere il mio lavoro, cioè l’insegnamento nei licei. La vita spesso ci porta altrove e noi dobbiamo essere sempre pronti ai cambiamenti, stando però sempre attenti a non rinunciare alle nostre passioni, perché ci rendono quello che siamo“.
Dal nostro incontro con lo speedcuber salernitano abbiamo imparato che nella vita la passione è fondamentale, anche quando si è di fronte a un gioco da pochi euro. In attesa della prossima competizione ufficiale a cui vogliamo partecipare come spettatori, vi invitiamo a conoscere di più la disciplina dello speedcubing!