Il Patronato ACLI provinciale apre lo sportello “Spazio Ascolto disAbilità”, coordinato dalla dott.ssa Vitina Maioriello e totalmente gratuito
Nasce lo sportello dedicato all’assistenza delle famiglie ed ai servizi socio-sanitari per i disabili: il progetto, denominato “Spazio Ascolto disAbilità”, sarà coordinato dalla giornalista Vitina Maioriello con l’ausilio del Patronato ACLI di Salerno.
“Il Patronato delle ACLI, da sempre impegnato nella difesa dei diritti, vuole farsi interprete di una nuova sintesi tra associazionismo e welfare”; queste le parole del Presidente provinciale ACLI, Gianluca Mastrovito, nell’incontro svoltosi ieri in Comune. “All’indomani di un rapporto sulla povertà, condotto insieme alla Caritas e che purtroppo fotografa una situazione di grande squilibrio tra le fasce ricche e povere della popolazione, cerchiamo di ovviare ai disagi che gravano su un ampio numero di cittadini”.
Secondo la dott.ssa Maioriello, “spesso i disagi vengono accentuati dagli svantaggi che la comunità stessa contribuisce a creare, e Salerno, da questo punto di vista, è ancora molto indietro. Per questo” afferma “ho proposto di creare un servizio di assistenza concreto per le persone con disabilità, ma soprattutto a beneficio delle famiglie che, purtroppo, spesso non sanno a chi rivolgersi per ottenere le informazioni necessarie e l’assistenza minima”.
Il progetto, già attivo a Salerno, si estenderà presto anche a Battipaglia, Pontecagnano Faiano, Eboli e Campagna, offrendo ai richiedenti un’adeguata consulenza lavorativa, burocratica, legale e psico-sociale. “Lo Spazio Ascolto disAbilità è gratuito e riceverà su appuntamento, ma noi ACLI dovremo tornare ad essere sentinelle sul territorio” afferma Giuseppe Paparo, Direttore del Patronato “perché sbrigare solo pratiche d’ufficio non porta a mai nulla: dobbiamo riscoprirci paladini dei diritti dei cittadini, cercando di captare al meglio le esigenze dell’intero territorio”.
Il consigliere Luigi Bernabò, presente all’incontro e sensibile al mondo dell’associazionismo, ha espresso notevole soddisfazione per la natura dell’iniziativa, ricordando che “occorre sempre trasformare le buone idee in proposte concrete, perché – afferma – se dopo 30 anni parliamo ancora di diritti e creiamo sportelli per difenderli, vuol dire che siamo rimasti troppo indietro, e dobbiamo rimetterci in carreggiata orientandoci sempre più nel rispetto della persona”.
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