Questo pomeriggio, presso il Tempio di Pomona, si è svolto l’incontro sui sonetti con l’autore di “Prove d’inchiostro ed altri versi”, Mariano Baino
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L’incontro di oggi per Salerno Letteratura sui sonetti ha visto protagonista Mariano Baino, autore del volume “Prove d’inchiostro ed altri versi”, che ha collaborato con la Fondazione Alfonso Gatto.
Baino ha fondato, nei primi anni ’90, la rivista“Baldus” ed ha preso parte al Gruppo 93, un pioniere in Italia per quanto riguarda la Letteratura d’Avanguardia, Moderno e Postmoderno. Non solo poeta, ma anche romanziere e fine prosatore, ha firmato lavori come “Le anatre di ghiaccio”, “Onne e’ terra”, ed una rivisitazione non banale del classico di Collodi “Pinocchio. Moviole”.
“Sono state proclamate diverse teorizzazioni che però, con l’affermarsi della Poesia e (neo) Letteratura d’Avanguardia, sono diventate sempre più manifeste come esplicitazioni da parte di alcuni autori sul proprio pensiero poetico”, spiega Baino, “I fatti artistici, in questo caso, sono pieni di teoria: dunque non è necessario che l’autore ne spieghi il significato. Deve essere cosciente di ciò che sta facendo”.
L’autore deve quindi intraprendere un viaggio avveduto nella propria opera: difatti Baino usa proprio il termine “laboratorio” come metafora della ricerca e della sperimentazione, un lavoro artigianale e di “umanizzazione” della propria arte per stabilire una connessione con il lettore.
Un’altra spiegazione affascinante e complessa è quella sulla struttura dei sonetti, di cui è composta la sua nuova raccolta: un excursus sulla storia e sulla loro “volgarizzazione”, quasi destrutturati con rime inusuali e fluidità sconosciute, fino a ritornare alla propria forma originaria.
La lettura di “Prove d’inchiostro” ha coronato la sua interessante disquisizione: commissionato dal suo amico Gelsomino D’Ambrosio per altre finalità non poetiche, questo sonetto si è poi trasformato in un tributo a lui nel momento in cui Baino ha appreso della sua improvvisa scomparsa. [ads2]