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“Solo il teatro può salvarci”, l’eleganza di Peppe Servillo all’Università di Salerno

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“Solo il teatro può salvarci”, l’eleganza di Peppe Servillo all’Università di Salerno

Ancora un grande artista al campus di Fisciano dell’ Università degli Studi di Salerno. Nell’ambito della rassegna DaviMedia infatti, ieri pomeriggio studenti e appassionati hanno incontrato l’istrionico Peppe Servillo. “È bellissimo essere qui” esordisce “è qui che mi sono laureato”. Il colloquio si sposta subito sulla musica odierna e il suo rapporto col passato. “La musica napoletana classica è un patrimonio inestimabile” precisa Servillo “vive al di là delle nostre azioni, noi non siamo che servitori di queste melodie, De Filippo diceva che la musica napoletana è «vita che cammina»”. E non mancano affondi sul mercato discografico odierno «L’industria culturale odierna” aggiunge il cantante degli Avion Travelusa molto la musica per banalizzare messaggi”. Come sfuggire da questa situazione? “A salvarci c’è il teatro” commenta Servillo “è nato tutto da lì: svuotandosi da ogni mediazione, ci si ritrova immersi in un posto per esecutori, ricco di calore umano e civiltà culturale”. Un po’ come gli odierni dj set, dove le persone sono predisposte a un certo tipo di ascolto.

Il performer arriva accompagnato da Antonio Di Francia, componente dei Solis String Quartet, gruppo con cui Servillo ha registrato l’album Spassiunatamente, dedicato alla musica napoletana. “Noi rispettiamo queste canzoni” aggiunge Di Francia “abbiamo lavorato nelle armonizzazioni, dando solo un vestito musicale nuovo, perché vogliamo che resti l’essenza del brano”. Ma Peppe, fratello dell’attore Toni Servillo (presto anche lui ospite di DaviMedia), è anche impegnato al cinema: di recente, infatti, in Paura 3D, dei Manetti Bros., impersonava un cattivissimo padrone di casa “E’ stata un’esperienza interessante, che presto ripeterò in un’altra loro pellicola” aggiunge “Cerco di rapportarmi al cinema per poi aggiungere qualcosa alla mia esperienza di cantante e attore teatrale, perché si ha sempre lo stimolo ad indagare la propria natura”.

Interessante poi la riflessione su chi gli chiede che tipo di “mestiere” fa: attore? Cantante? Artista? “Non mi reputo un artista” precisa “perché l’artista è colui che ha una padronanza di mezzi e linguaggi in quel che fa. Io sono un semplice interprete. L’artista” continua “non è solo quello che fa soldi, ma chi crede nella sua passione, come un piccolo artigiano”. Servillo nasce come autodidatta e da consigli preziosi ai molti giovani in sala. “Questi incontri con gli artisti” precisa “sono fondamentali, perché oggi manca il contatto con il pratico, il reale. Bisogna sperimentare e soprattutto studiare perché è decisivo il confronto con il passato: c’è un mondo i morti che in realtà è ancora vivo e che ci insegna come superare e affrontare i problemi che già qualcun altro, in passato, ha avuto e cercato di risolvere”. Un incontro fantastico, raffinato, profondo: in pieno stile DaviMedia. Prossimo appuntamento, giovedì, con il cantautore Niccolò Fabi.