È l’attore più importante d’Europa, il preferito di Luc Besson. l’unico che viene scelto a ‘scatola chiusa’ anche da Hollywood. Stiamo parlando del francese Jean Reno, arrivato ieri al Giffoni Film Festival, portando una grande ventata di simpatia e cordialità, il tutto in un perfetto italiano. Accolto con grande affetto dai numerosi e giovani giurati di questa 42esima edizione del festival, l’attore esordisce confessando di aver dato forma a una sua grande passione: la musica. E’ stato infatti chitarra solista di alcuni concerti del cantante Johnny Halliday. “La musica è necessaria – spiega – come il ‘Giffoni'”. Reno è impegnato ora con la televisione, nella serie Jo, nei panni di un investigatore, finanziata dai produttori di Borgia. “Questa fiction, in realtà, ha come personaggio principale proprio la città di Parigi – precisa l’attore – lavorare con la tv è come lavorare in una grande tribù, a ogni ripresa scopri persone nuove e gli attori arrivano giorno dopo giorno”.
Jean Reno ha anche lavorato con Benigni, Antonioni, Ferreri. “Lavorare con Roberto Benigni è stato un’esperienza indimenticabile – aggiunge l’attore – lui ha un cuore enorme, è un angelo, una meraviglia”. Jean Reno è anche nella commedia Chef, altra pellicola francese, come tante ultimamente, pronta a conquistare il botteghino. “Le persona hanno una vita difficile e non sappiamo dove stiamo andando – aggiunge Reno – è ovvio che tutti vogliono vedere delle commedie. Anche io se sono al cinema e vedo una commedia sto bene, paso allegramente un’ora della mia vita. Ormai il dramma lo conoscono tutti, lo vivono giorno dopo giorno”. Ma fare commedie è più semplice? “Per nulla – precisa – non è facile come genere e far ridere la gente è una delle cose più complicate per un attore, come diceva Charlie Chaplin, per me il numero uno degli attori comici”. E sulle voci che ogni anno lo danno impegnato in qualche film scherza: “Ogni volta a Cannes c’è la notizia di un film con Jean Reno!”. L’attore infatti per il momento smentisce la notizia sulla fiction a episodi tratta da Io uccido di Giorgio Faletti, che lo vedrebbe impegnato al fianco di Richard Gere, per la produzione di Aurelio De Laurentiis e le voci su un presunto progetto dedicato a Marco Polo.
E’ contento invece di prestare la voce a un orco nel film d’animazione Il giorno del corvo. “E’ un film fatto da un gruppo di giovani interamente col computer. I giovani devono raccontare quello che sentono – precisa Reno – perché oggi il mondo del cinema gli permette di esprimere tutte le idee che vogliono”. L’attore francese ha ricevuto anche l’inedita visita, durante la conferenza stampa, del direttore del ‘Gff’ Claudio Gubitosi, che ringraziandolo con affetto, ha posto l’accento sulla figura importantissima di François Truffaut, che quest’anno viene omaggiato dal festival con una retrospettiva. “Truffaut aveva capito una cosa che ha capito anche Claudio – precisa l’attore – perché quando arrivi qui la prima impressione che hai è che Claudio abbia come una specie di enorme luce nel cuore, la luce dei ragazzi, che loro gli passano e lui riesce a passare agli altri. Il vero padre del Giffoni è lui, Claudio è il padre di tutti questi bambini. Ho sei figli e so che i giovani si aspettano tanto da noi – conclude emozionato l’attore – sono onorato di essere qui e farò qualunque cosa, anche piccola, per dare il mio personale contributo a questo bellissimo festival”.
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