Moltissimi istituiti scolastici in Campania versano in condzioni di grave rischio. Il presidente di FederCepi Antonio Lombardi sollecita l’intervento del Prefetto per rimediare all’inefficienza delle pubbliche amministrazioni
Il recente monitoraggio di Legambiente sullo stato di sicurezza degli edifici scolastici in 83 capoluoghi di provincia italiani, ripropone con estrema drammaticità un tema che FederCepi Costruzioni ha sollevato il 21 marzo scorso auspicando – purtroppo senza esito – un sollecito intervento della Prefettura al fine di monitorare le opportunità di intervento (e finanziamento) pure esistenti, e le ragioni di una ancora evidente e marcata inefficienza delle pubbliche amministrazioni competenti.
La situazione è purtroppo ben più drammatica di quanto denunciato da Legambiente, secondo cui pure, su 45 istituti monitorati, ben 13 (vale a dire quasi uno su quattro) non sono in regola con le normative antismiche.
Moltissimi istituti scolastici in Campania versano in condizioni di grave rischio: statico, per la vetustà delle costruzioni (in molti casi risalenti addirittura al periodo precedente la seconda guerra mondiale); sismico, insistendo una buona maggioranza dei plessi in zone a rischio e non in regola con le norme antisismiche; idrogeologico, essendovi ancora scuole in zone ritenute a rischio alluvionale, vulcanico o franoso.
A marzo scorso denunciammo tuttavia – purtroppo inascoltati – un pericolo ancor più grave per la sicurezza dei bambini e dei ragazzi che frequentano questi istituti: l’inefficacia e l’inefficienza della politica e della macchina burocratica. Rappresentando, già all’epoca, tangibili esempi concreti: due anni fa la Legge di bilancio (n. 232 del 2016) destinò alle scuole salernitane 35 milioni di euro per il solo adeguamento antisismico di una ventina di plessi.