Continuano gli scavi in località Capellini di Sant’Agata De’ Goti: emergono materiali tossici
[ads2] Dopo la scorsa settimana, si continua a scavare nelle vecchie cave di tufo del comune Sannita. Questa volta tocca alla località Capellini ed è proprio da qui che arrivano le prime risposte: dopo uno scavo di circa 20 metri, mediante il magnetometro, strumento in grado di evidenziare la presenza di metalli, emergono dal sottosuolo scarti di edilizia, amianto e terriccio di colore scuro che rimanda, con molta probabilità, a scorie di lavorazione industriale.
Questa volta i rilievi hanno interessato un’area privata, coltivata a frutteto. Pare che in quest’ultima, come in altre zone del territorio, si sviluppi la coltivazione di mele e pesche, le prime ritenute prodotto pregiato di Sant’Agata De’ Goti.
Dunque, in tutte le aree fino a ora esaminate, si evince la presenza di materiali giudicati tossici e pericolosi per l’uomo e l’ambiente; diversamente, non sembra trattarsi di rifiuti di origine urbana, rilevati la scorsa settimana in località Palmentata.
Considerata la massiccia presenza di tali materiali tossici in aree del comune non molto distanti tra loro, nasce il sospetto da parte dell’Arpac e della Forestale secondo cui tali siti, in un passato non molto lontano, siano stati trasformati in veri e propri sversatoi, non solo di rifiuti urbani, ma anche di materiali altamente tossici.
Infatti, è a cavallo tra gli anni ’80-’90 che pare risalire la pratica d’interramento. La domanda che sorge spontanea è: “All’epoca, c’è stata scarsa sorveglianza del territorio oppure connivenza con la malavita organizzata?”
Parole forti queste, ma non fanno altro che rispecchiare il pensiero attuale dei cittadini. Per giungere a queste conclusioni, sono stati fondamentali le dichiarazioni rese dal pentito della camorra Carmine Schiavone. Insomma, la Terra dei Fuochi non è unicamente circoscritta all’universo napoletano e casertano, bensì, stando alle prime indagini, interessa anche parte del Sannio.
E chissà quante altre inquietanti scoperte avverranno nel corso dei prossimi giorni nel comune saticulano, confermando il parere di cittadini già da tempo certi della presenza di rifiuti tossici in zona.
Non resta altro che affidarsi all’Arpac nell’attesa di nuovi aggiornamenti.