Donna rischia un’intervento chirurgico per uno scambio di cartelle al Ruggi a causa di un’omonimia. Salvata in tempo dall’anestesista
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Con una nota stampa divulgata nello stesso pomeriggio e firmata dal Commissario della struttura,l’Avv. Nicola Cantone, è stato specificato che non vi è stato alcuno scambio di cartelle al Ruggi “bensì al momento dell’arrivo al Pronto Soccorso di una paziente vi è stata la non corretta digitazione dei dati anagrafici. La corretta applicazione delle procedure di gestione del rischio clinico, puntualmente attuate da quest’Azienda, inerenti l’identificazione dei pazienti prima degli interventi, ha evidenziato, al momento della compilazione della specifica check-list, una discordanza tra i dati anagrafici inseriti e quanto dichiarato dalla paziente, constatandosi, da parte del personale della sala operatoria della Cardiochirurgia, che la sola scheda anagrafica era errata, in presenza, per contro, di una corrispondenza tra paziente ed iter diagnostico terapeutico seguito.
Al solo fine di garantire ulteriore sicurezza alla paziente, si rinviava l’intervento programmato di qualche ora onde effettuare la correzione dei dati anagrafici e la verifica degli esami diagnostici di laboratorio, nonché nuova validazione delle sacche di sangue. Alla luce di quanto sopra, – scrive Cantone a chiosa della nota – è evidente che trattasi di una caso di buona sanità in virtù della corretta applicazione delle procedure di rischio clinico.”
Salerno. Per uno scambio di cartelle al Ruggi, una donna è finita in sala operatoria per subire un intervento di cui non aveva bisogno.
La motivazione di un simile disguido è stato un caso di omonimia tra due degenti della struttura. La fortuna di questa donna è stata la grande attenzione dell’anestesista nel controllo dei dati riportati sulla cartella clinica: è bastato verificare le altre variabili per stabilire che quella sul lettino non era affatto la persona da operare.
L’episodio, riportato da Il Mattino in questa giornata in edicola, è stato sicuramente una svista che poteva avere gravissime conseguenze, ma c’è da riconoscere la capace lucidità dell’anestesista quale esempio di buona sanità.[ads2]