Dopo lo scioglimento del consiglio comunale a Scafati, il monito di Matrone: «La mia non è una città di camorra. Ricostruiamo e lavoriamo per il bene comune»
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«Le cronache delle ultime 48 ore ci consegnano l’immagine di una città ferita per l’ennesima volta.
Scafati non è città di camorra. Vuole e deve essere altro. Io sono in ogni occasione un garantista e, in attesa che la giustizia faccia il suo corso ed emetta le sue sentenze, preferisco non commentare le vicende giudiziarie, nel rispetto che meritano le persone coinvolte e la magistratura che opera».
Queste le parole di Angelo Matrone dopo lo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni camorristiche, deliberato lo scorso venerdì dal Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’Interno Marco Minniti. Per domani è attesa la firma del decreto da parte del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
«Ora bisogna avviare un dialogo – continua la nota dell’ex consigliere Matrone – per la costituzione di un centrodestra scevro da condizionamenti dei partiti, che abbia come unico obiettivo il bene della città con un reale cambiamento di metodo. La prossima amministrazione, da chiunque sarà composta, dovrà garantire il blocco del malaffare, il rispetto della legalità e della trasparenza delle procedure amministrative. Non si possono fomentare ulteriori divisioni e odio».
«Oggi, il punto fondamentale – conclude Matrone – è di ricostruire Scafati, liberarci da risentimenti decennali, puntare insieme sull’immagine della nostra bellissima città. La politica è servizio per il bene comune, una passione, e deve essere svolto il più possibile in modo spontaneo. Gli uomini di buona volontà sostengano l’azione della Commissione ministeriale in questi due anni difficilissimi che ci aspettano».
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