I giudici della Corte di Cassazione hanno respinto il ricorso di Pasquale Aliberti. L’ex sindaco di Scafati deve andare in carcere. Confermati i rapporti con il clan camorristico “Loreto-Ridosso”
Pasquale Aliberti è destinato ad andare in carcere. A deciderlo sono stati i giudici della Corte di Cassazione, che hanno respinto il ricorso contro l’ordinanza bis del Tribunale del Riesame di Salerno. L’anno scorso, infatti, il Tribunale aveva accolto l’istanza della Procura antimafia della misura cautelare in carcere per l’ex sindaco di Scafati.
Aliberti era stato accusato di violazione della legge elettorale, con l’aggravante del metodo mafioso, in occasione delle elezioni amministrative del 2013. Inoltre, durante le regionali 2015, è stato accusato di voto di scambio politico-mafioso.
Infine, i legali dell’ex sindaco avevano avanzato un’altra istanza. Era stata presentata la richiesta di arresti domiciliari lontano dalla città di Scafati. La destinazione sarebbe stata Praia a Mare, in Calabria, località dove il politico trascorre le vacanze estive con la sua famiglia.
I rapporti con il clan camorristico “Loreto-Ridosso”
Questa mattina, la Sezione Operarativa della D.I.A di Salerno ha eseguito un provvedimento di custodia cautelare in carcere, emesso dalla sezione del Riesame del Tribunale di Salerno, oltre che sull’ex sindaco Aliberti, anche nei confronti di Luigi Ridosso e Gennaro Ridosso.
Questi ultimi risultano entrambi pregiudicati per associazione mafiosa, omicidio, estorsione e reati in materia di armi. Attualmente detenuti, sono elementi di vertice dell’omonimo clan, operante a Scafati e comuni limitrofi.
L’odierna ordinanza, avverso la quale i tre indagati avevano proposto ricorso in Cassazione – oggi stesso rigettato -, è stata avviata a fronte di un attentato dinamitardo, occorso nell’ottobre 2014, ai danni di un consigliere di minoranza del comune di Scafati, il quale più volte si era manifestato avverso al conferimento di appalti e servizi da parte dell’amministrazione guidata da Aliberti.
Le indagini, estese agli uffici del comune e a 5 indagati (tra cui anche Monica Paolino, coniuge dell’ex sindaco e attuale consigliere regionale in Campania), hanno permesso di ritenere a vario titolo responsabili di associazione di tipo mafioso finalizzato allo scambio elettorale politico-mafioso, abuso d’ufficio, concussione e corruzione. Tutto in relazione alla gestione delle numerose gare d’appalto per la realizzazione di opere pubbliche (i le quali il polo scolastico di Scafati).
Dalla documentazione raccolta, sono state confermate significativi rapporti tra alcuni amministratori del comune e i vertici del clan camorristico “Loreto-Ridosso”.
Lo scioglimento del Comune di Scafati
A seguito delle attività di indagine, il 21 marzo 2016 il Prefetto di Salerno – su delega del Ministro dell’interno – ha nominato una Commissione con il compito di svolgere mirati accertamenti diretti a verificare eventuali, possibili condizionamenti e infiltrazioni della criminalità organizzata di tipo mafioso nell’ambito dell’attività gestionale ed amministrativa del Comune di Scafati.
Dalle risultanze emerse nella relazione conclusiva della citata Commissione e inviata dal Prefetto di Salerno, per le determinazioni di competenza, al Ministro dell’interno, in data 27 gennaio 2017 e su conforme proposta del Ministro dell’interno, il Consiglio dei Ministri ha deliberato lo scioglimento per infiltrazioni della criminalità organizzata del Consiglio comunale di Scafati. A seguito di ciò, in data 30 gennaio 2017 il Presidente della Repubblica ha nominato la Commissione Straordinaria per il Comune di Scafati, che tuttora amministra quell’Ente locale.