A cura del Direttore Responsabile Luca Monaco
A compromettere la posizione del presunto scafista alcune dichiarazioni di immigrati eritrei
Si è svolta questa mattina l’udienza di convalida dell’arresto dello scafista tunisino trentaquattrenne, BGABGASEM MEHARE, accusato di procurato ingresso illegale di immigrati nel territorio dello Stato. All’indagato, che nel corso dell’interrogatorio di garanzia si è avvalso della facoltà di non rispondere ed al quale il Giudice per le indagini preliminari di Salerno, D.ssa Renata Sessa, all’esito dell’udienza, ha applicato la misura cautelare della custodia in carcere, sono contestate anche diverse aggravanti per avere esposto a pericolo le persone trasportate, in quanto le stesse venivano imbarcate su un natante privo di ogni dispositivo di sicurezza ed in numero esorbitante rispetto alla capacità dell’imbarcazione.
Inoltre, stando all’impianto accusatorio della Procura della Repubblica di Salerno, le persone trasportate sarebbero state sottoposte a trattamento inumano infatti, prima di intraprendere la navigazione, avrebbero trascorso, sempre in condizioni di sovraffollamento, dieci giorni in un centro di raccolta a Tripoli con nocumento per la propria salute, considerato che ben ventotto di esse erano affette da scabbia.
A compromettere la posizione giudiziaria del tunisino ci sarebbero le dichiarazioni rese alla polizia giudiziaria da alcuni degli immigrati eritrei trasportati sul natante e i riconoscimenti fotografici da questi operati. In particolare, stando alla ricostruzione dei fatti operata dalle persone offese, Mehare Bgabgasem era alla guida dell’imbarcazione ed, alla vista degli ufficiali della Marina Militare, accorsi in soccorso dei naufraghi, lasciava i comandi nel tentativo di confondersi con gli altri. Dal canto suo, il difensore del tunisino, l’Avv. Pietro Lamberti, si è riservato di esaminare le carte a sostegno dell’ordinanza cautelare per valutare l’opportunità di presentare istanza di riesame al Tribunale della Libertà.
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