Queste parole rappresentano i momenti, per non dire i “tratti salienti” della processione che tutta Salerno ha avuto il piacere di vedere nella giornata di sabato 21 settembre.
Momenti salienti che, a mio avviso, descrivono appieno la vita del santo, nella maniera più cogente ed esaustiva possibile.
Il levi, esattore delle tasse un tempo e oggi uomo di Dio, estenderà la protezione alla città intera e, in particolar modo, alle Fiamme Gialle che vedono in lui il loro difensore per eccellenza.
Prima di percorrere le scale del Duomo, con la corsa trionfale, il Santo Patrono è stato avvicinato alle sponde del Golfo per estendere la sua benedizione al mare e per far sì che gli uomini che vivono di ciò possano ringraziarlo perché, attraverso la sua intercessione, ogni giorno quella linea salata che delimita i confini sia in grado di apportare beneficio alle loro famiglie.
Infine, l’ultimo sguardo San Matteo lo ha rivolto alla Casa Comunale, come simbolo di speranza per l’avvenire. Egli stesso ha detto: “Salerno è mia e io la difendo”. Come se queste parole volessero cedere il posto, lanciare una responsabilità alla comunità intera, civile e politica, dimostrando che, nonostante ci sia un limite razionale, la premura avuta dal Santo al suo tempo deve necessariamente continuare a palesarsi nella nostra vita, come estensione delle responsabilità a difesa della propria cultura, delle tradizioni e del proprio territorio.
Questa, credo, sia la ratio che giustifica il clima e la forte partecipazione ai festeggiamenti.
Nei vicoli del Centro Storico non può non avvertirsi l’odore delle milze ormai cotte e delle voci che provengono dalle tavole imbandite a festa. Fiumane di scolaresche sono accorse in questo giorno, per far visita al Duomo e al suo Patrono, per non parlare dei tanti turisti che hanno deciso come meta delle loro vacanze settembrine la nostra incantevole Salerno.
A fare da cornice ai lustri e alle attese positive che si avvertono in città esiste, però, un’altra faccia della festa stessa che non si sente vicina a quest’evento e che crede che la troppa esteriorizzazione di alcuni sia, in effetti, seguita da nessun contenuto. Altri, invece, i più devoti, si lasciano guidare solo dalla luce del Vangelo e aspettano questo giorno solo come una festa leggermente più rumorosa perché ritengono che l’incontro con Gesù e i suoi eletti si tenga ogni giorno e che il tutto può avverarsi anche nel proprio intimo.
Non ci resta che, sulla scorta delle sensazioni raccolte, goderci questa festa con l’augurio che San Matteo possa convertire i nostri cuori al giusto.