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San Filippo Neri, quando la bellezza è solo un ricordo

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San Filippo Neri, quando la bellezza è solo un ricordo

Il degrado della piccola chiesa di San Filippo Neri

San Filippo Neri

Lungo una piccola salita nel Rione Sant’Eremita a Salerno è situata una chiesa intitolata a San Filippo Neri. Costruita nel sedicesimo secolo la piccola chiesetta risulta essere una delle poche a Salerno ad avere una forma ottagonale. Completamente rimaneggiato nel 1763 l’edificio presenta due lesene sovrastate da capitelli ionici con suggestive volute, un finestrone ovale ed un timpano dalla forma curvilinea. L’intera facciata ha un caratteristico colore rosa. Al lato inoltre è possibile ammirare il piccolo campanile a vela e l’entrata della sagrestia adiacente con facciata sempre di colorazione rosa. L’interno è caratterizzato da affreschi ottocenteschi raffiguranti episodi della vita di San Filippo oltre che da una statua settecentesca ed un dipinto, sull’altare maggiore, raffigurante due angeli in adorazione della croce.

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Una posizione panoramica quella della chiesetta: da quel punto è possibile ammirare l’intero Golfo di Salerno. Uno spettacolo che non lasciò indifferente un anonimo viaggiatore inglese che nel XIX secolo rappresentò la chiesa in una xilografia, pubblicata su “The Illustred London“. Una scenografia straordinaria fatta da un panorama stupendo e dalla tranquillità d’altri tempi ormai aliena alla città sottostante. Forse la posizione ‘’periferica’’ della struttura è una delle cause dell’abbandono attuale. Erbacce e piante spontanee hanno completamente invaso la piccola chiesa e l’edificio adiacente. Alberi i cui rami mettono a serio rischio la stabilità e la bellezza della struttura. La facciata risulta completamente devastata, la maggior parte dell’intonaco rosa, infatti, non è più visibile come le stesse lesene che presentano parti delle caratteristiche volute in stucco mancanti; probabilmente crollate a causa dell’invasività degli alberi. Una situazione che lascia senza parole il visitatore che non può che indignarsi nel vedere tanto splendore letteralmente violentato. Un vero e proprio abbandono di un edificio religioso, ma soprattutto storico  non certamente degno di un paese civile né tanto meno di una città europea. La chiesa per ora rimane lì a sopportare l’incuria di una città senza memoria che magari si accorgerà di aver avuto un tale gioiello solo quando sarà troppo tardi, quando l’irreparabile ci lascerà il vano rimorso e di tanta bellezza rimarrà solo un inutile quanto doloroso ricordo.