Si è svolta a Salerno una manifestazione a supporto del popolo palestinese, un segnale forte a seguito delle tragiche vicende degli ultimi giorni
Anche Salerno scende in piazza a difesa della Palestina. La manifestazione contro le violenze di Israele si è svolta in Piazza Caduti Civili di Brescia ed hanno preso parte all’evento associazioni e gruppi politici del territorio. Un momento importante di protesta ma anche di speranza, per lanciare un segnale forte affinché si plachino le violenze. Abbiamo raccolto le testimonianze di attivisti ed organizzatori che hanno spiegato le ragioni e l’importanza del supporto ai palestinesi in questo delicato e drammatico momento storico.
Le motivazioni dell’evento
Cosa vi ha spinto ad essere qui oggi e a far sentire la vostra voce in quest’evento?, lo abbiamo chiesto a Simone Bisogno del Fronte della Gioventù Comunista.
“Sono oltre settant’anni che il popolo israeliano opprime il popolo palestinese e l’intera realtà politica e giornalistica internazionale rema solo contro la Palestina. Il tutto giustificando che gli attacchi di Israele siano per il contrasto al terrorismo quando invece la realtà è ben altra. Israele ormai da anni uccide cittadini palestinesi innocenti, uomini, donne e bambini, in maniera indiscriminata.”
Sull’Italia ha poi aggiunto…
“L’Italia sostiene Israele soltanto per gli interessi economici che sono presenti in Medioriente. Il territorio è infatti strategico, ricco di gas e petrolio ed un luogo di raccordo con altri Paesi.”
Qual è il messaggio che vuole passare attraverso questo presidio?
“Siamo qui per sostenere il popolo palestinese, siamo qui affinché questo massacro possa terminare. Non vogliamo alcuna battaglia fra religioni e fra popoli ma che sia possibile una Nazione in cui israeliani e palestinesi possano vivere in pace.”
Giovani e studenti: diritti negati
Abbiamo parlato anche con Sara, del Collettivo Studentesco Cavese. Sara ci ha raccontato i motivi della sua partecipazione rivolgendo un pensiero alla difficile condizione dei suoi coetanei.
“Sono qui con gli altri studenti e studentesse per stare dalla parte della Palestina, dalla parte degli oppressi. Mi trovo qui perché proprio in quanto studentessa ho visto in questi giorni persone della mia età a cui sono stati negati tutti i diritti che a un giovane non dovrebbero mai essere negati. Ho appreso le testimonianze di palestinesi che sono nati in una situazione in cui ogni tipo di libertà viene negata.”
E sul supporto ai palestinesi ha affermato…
“Nonostante la classe dirigente del nostro Paese sia dalla parte di Israele esiste qui in Italia anche una parte che supporta la resistenza in Palestina.”
Un fondamentale obiettivo: sensibilizzare i cittadini
Sebastiano del gruppo Unione degli Studenti Salerno ci ha parlato della nascita dell’evento e dei suoi obiettivi.
“Ci ha spinto ad essere qui la volontà di vicinanza al popolo palestinese, abbandonato da qualsiasi tipo di istituzione, sia a livello nazionale che mondiale. La piazza di oggi vuole dare voce al popolo palestinese. Nei luoghi di formazione non viene mai trattata questa complessa situazione. L’obiettivo è quello di riuscire a sensibilizzare il maggior numero di persone possibili. Soltanto in questo modo in futuro si potrà ad ottenere un cambiamento, attraverso un processo di consapevolezza.”
L’aspetto informativo sul conflitto
Con Sarita Barone dello Spazio Pueblo di Cava de’ Tirreni abbiamo invece parlato dell’aspetto informativo sulla situazione palestinese che risulta molto controverso.
“Pensiamo che ad oggi sia importante dare un’informazione corretta su ciò che sta accadendo in Palestina, affinché le lotte di questo popolo vengano riconosciute. Purtroppo il fatto che la maggior parte dei governi siano a supporto di Israele influisce sulla narrazione che viene data della vicenda dal punto di vista mediatico. Ci sono interessi economici molto grandi. Dobbiamo considerare che la Cisgiordania ha quantità di petrolio maggiori del Qatar e a pochi chilometri dalla Striscia di Gaza c’è una riserva di gas naturale tra le più grandi. Gli interessi sono troppi.”
La questione dei diritti umani
Andrea Cresta di Link Fisciano ha voluto invece esprimere le sue preoccupazioni riguardo ai diritti umani, sottolineando anche la necessità di una risposta a livello istituzionale.
“La questione palestinese va affrontata dal punto di vista delle stragi che vanno a ledere i diritti umani di cui l’Europa si fa portavoce ma che in questo momento tace. C’è poi una non presa di posizione da parte dell’ONU. E’ importante partire dalle risposte di piazza. Spesso la Palestina viene vista come una questione lontana ma non lo è affatto. Arabi e palestinesi vivono qui. La distanza geografica non può limitare l’importanza della vicenda. E’ necessario dare voce alla causa palestinese attraverso un messaggio di consapevolezza e informazione. Abbiamo bisogno di una risposta a livello istituzionale che parta dai luoghi di formazione, a livello studentesco ed accademico.”
Le parole di una giovane palestinese
Tra i numerosi palestinesi presenti all’evento di Salerno abbiamo raccolto la testimonianza di Rafikasmaa a cui abbiamo chiesto di parlarci più nel dettaglio le implicazioni del conflitto.
“Sono 73 anni che gli israeliani hanno occupato il territorio palestinese. Hanno cacciato via gli abitanti dalle loro case, ucciso donne e bambini. Per la prima volta i palestinesi hanno provato a difendere i loro luoghi di fede e immediatamente sono stati tutti chiamati terroristi. Non bisogna generalizzare perché molti ebrei sono dalla parte dei nostri fratelli palestinesi.”
Sulle possibilità di una risoluzione del conflitto Rafikasmaa non è molto positiva.
“La soluzione non ci sarà, non si può convivere. Quest’occupazione del luogo geografico appartenente in origine ai palestinesi ha creato una situazione insostenibile.”
Spunti di riflessione sulla manifestazione di Salerno
Il presidio di piazza che ha visto tante organizzazioni e forze politiche del territorio a supporto della causa palestinese rappresenta un’importante momento simbolico. Un evento pacifico contro ogni forma di violenza che mira a sensibilizzare la popolazione su una questione che ci riguarda tutti. Troppe volte infatti, nella nostra vita quotidiana manca la consapevolezza degli eventi che accadono intorno a noi. Il presidio di oggi al di là di qualsiasi ideologia politica mette in evidenza la necessità di mostrare interesse di fronte alle atroci sofferenze del popolo palestinese. Soltanto attraverso il dibattito e l’impegno civico è infatti possibile affrontare le cose, rivelarle per quello che sono e, infine, cambiarle. Senza alcun dubbio, disinteresse e superficialità non potranno mai porre le basi di alcun tipo di pace.