Le precisazioni del Presidente della Provincia di Salerno a seguito della pubblicazione dell’avviso esplorativo per l’acquisizione di disponibilità di restauri a titolo gratuito
Le precisazioni del Presidente della Provincia di Salerno a seguito della pubblicazione dell’avviso esplorativo per manifestazione di interesse al fine di acquisire la disponibilità di restauratori a titolo gratuito con cui realizzare uno o più progetti di restauro di opere d’arte di proprietà dell’Ente.
“Mi rendo conto che vanno chiariti alcuni passaggi fondamentali – dichiara Michele Strianese, Presidente della Provincia – come pure va rimarcato che stiamo parlando di un semplice avviso esplorativo e non di un bando, come qualcuno erroneamente ha riportato. Mi spiace anche che una importante categoria di lavoratori del mondo della cultura, i restauratori, possa aver letto con amarezza un avviso che non prevedeva indennità adeguate alla professionalità. Vorrei quindi spiegare bene il contesto.
Solo lo scorso anno il Governo italiano ha ratificato in via definitiva, dopo la firma del 2013, la “Convenzione di Faro” che impegna i suoi partecipanti a riconoscere il patrimonio culturale come diritto e elemento fondamentale per lo sviluppo umano e la qualità della vita. Aderendo a questa Convenzione, i Paesi partecipanti non solo si impegnano affinché l’eredità e la partecipazione al patrimonio culturale sia un diritto di tutti, ma anche a tutelare lo stesso patrimonio.
Ovvio quindi che sono necessari adeguati sostegni economici perché si possa concretizzare tutto questo, altrimenti si scivola nel regno delle chiacchiere. Purtroppo basta dare uno sguardo agli ultimi Rapporti annuali di Federculture, soprattutto a quelli precedenti la pandemia da Covid-19 che ha sconvolto la vita sociale, economica e culturale dell’intero pianeta, penalizzando ovviamente tutto il mondo della cultura e del turismo. Nel 2019 quindi il Rapporto di Federculture dedica un focus ai trend annuali del settore culturale dell’ultimo decennio per cui si scopre che il mondo della cultura ha perso circa 700 milioni di euro di risorse pubbliche, da parte di Regioni, Province, Comuni. In particolare la spesa nella cultura per le Province passa da 295 a 52 milioni nel decennio, in pratica la cultura per le Province sparisce.
Noi che le Province le conosciamo bene, sappiamo che tutto nasce dalla legge Delrio del 2014 e relative leggi di Bilancio, che ci hanno imposto tagli draconiani. La Manovra del 2014 ha tagliato 3 miliardi di finanziamenti nel triennio 2015-17, quella successiva ha sforbiciato del 50% il personale delle 76 Province italiane. In particolare le Province perdono la delega alla cultura e ai beni culturali con una incongruenza esiziale: le Province possiedono un patrimonio culturale spesso di grande rilievo, come nel nostro caso, che però rimane senza fondi per la gestione, manutenzione e conservazione. Una tragedia quindi, della quale però, a quanto pare, nessuno si è accorto, nonostante le Province abbiamo a gran voce sollevato più volte la questione.
Per il proprio patrimonio culturale le Province hanno zero risorse. Per fortuna che c’è la Regione Campania, l’unica che ci è stata vicina attraverso la SCABEC spa (Società Campana Beni Culturali) con la quale abbiamo siglato un importantissimo protocollo d’intesa per la gestione e valorizzazione del nostro patrimonio culturale. La SCABEC infatti, società in house della Regione Campania, è deputata alla valorizzazione e promozione dei beni culturali della regione e ci ha offerto soluzioni concrete alla stortura della Legge Delrio che, ripeto, toglie alle Province le deleghe e le risorse su un patrimonio culturale che di fatto rimane di nostra proprietà. Abbiamo iniziato questo percorso con la Regione solo nel 2019, ci rimane ancora moltissima strada da percorrere insieme, perché il nostro patrimonio è veramente di grande spessore storico artistico ed è esteso.
A chiunque sia sensibile alla corretta valorizzazione dei nostri beni culturali, faccio un appello: chiedo di intervenire con i fatti, in maniera costruttiva con finanziamenti mirati, oppure per riformare le Province che possano di nuovo avere fondi necessari alla manutenzione e conservazione del proprio patrimonio culturale. Per tornare alla “Convenzione di Faro” dovremmo cercare tutti insieme, in concreto, di permettere alle Province di tutelare il proprio patrimonio culturale in quanto fattore cruciale per la crescita sostenibile, lo sviluppo umano e la qualità della vita, perché il patrimonio culturale sia un diritto per tutti.”